Rinnovare i contratti e aumentare i salari, detassando gli incrementi in busta paga. E ridurre le disuguaglianze che in Italia, con la pandemia, si sono acuite. «La ripartenza può arrivare solo da queste condizioni». Così Paolo Andreani, segretario aggiunto della Uiltucs, che ieri ha preso parte ai lavori del quarto congresso dell’organizzazione sindacale di categoria guidata in Molise da Pasquale Guarracino.
Senza un aumento degli stipendi non ripartiranno i consumi. «L’inflazione sta penalizzando il reddito delle famiglie e abbiamo l’esigenza di rinnovare i contratti collettivi, la politica nazionale deve dare risposte. Noi vorremmo fare in modo che potessero essere detassati gli aumenti contrattuali. Certo, ci sono tante risorse che arrivano dall’Europa. Speriamo che la politica nazionale e quella locale riescano a utilizzarle bene. Abbiamo il tema delle infrastrutture, se vogliamo far ripartire l’occupazione. Abbiamo quello della formazione se vogliamo dare un futuro ai giovani. Abbiamo tante cose da poter fare. L’impegno del mondo del lavoro è a migliorare le cose, la politica deve rispondere ed essere all’altezza». Dopo due anni di emergenza sanitaria e di conseguente crisi economica c’è il rischio, confermato tra l’altro dagli ultimi dati Istat che segnalano un incremento dell’occupazione ma contestualmente anche del precariato, «di un ulteriore ampliamento del lavoro povero, del lavoro nero, della condizione di sfruttamento, del lavoro a basso salario. La povertà aumenta, abbiamo bisogno di ridurre le disuguaglianze che si stanno creando. La ricchezza si concentra sempre di più in poche mani, in tempo di pandemia c’è chi ha guadagnato molto e tanti che hanno perso davvero tanto. Anche su questo versante dobbiamo agire e abbiamo bisogno dell’utilizzo delle risorse che sono a disposizione», ancora Andreani.
Nella relazione del segretario generale Guarracino lo stato dell’arte rispetto a una situazione complicata, in regione. E il dito puntato contro la politica, grande assente perché non invitata. «Non hanno risolto una vertenza, non abbiamo voluto dare loro la possibilità di fare passerella a un anno dalle elezioni», ha detto riferendosi ai rappresentanti di quella che ha definito «la peggiore classe dirigente di sempre». L’assise congressuale lo ha rieletto all’unanimità.
r.i.

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