«L’incontro è stato positivo anche se non abbiamo ancora raggiunto l’accordo». Il segretario dell’Ugl Salute Giovanni Colacci sintetizza così il tavolo di conciliazione convocato dalla Prefettura di Campobasso sulla vertenza dei 280 precari Asrem, fra infermieri e operatori socio-sanitari, che dal 1 gennaio rischiano seriamente di restare senza lavoro.
I loro contratti a termine scadono il 31 dicembre. Intanto per le stesse figure professionali l’azienda di via Petrella sta portando a termine concorsi a tempo indeterminato (quello per gli infermieri è già concluso da tempo) che non copriranno tutti i posti a disposizione. Ma gli ‘angeli del Covid’, come sono astati chiamati per mesi durante la fase peggiore della pandemia, non possono essere stabilizzati a meno di cambiare la legge di Bilancio dello scorso anno. Non hanno maturato, infatti, al 30 giugno i 18 mesi alle dipendenze di Asrem (a tempo determinato) richiesti dalle norme perché nella prima fase dell’emergenza fu privilegiato il reclutamento a partita Iva. Durante la riunione – spiega una nota del Palazzo del Governo – il presidente Toma, il sub commissario Papa e il dg Florenzano hanno evidenziato ai sindacalisti gli ostacoli normativi che non consentono la proroga dei rapporti di lavoro degli operatori interessati. Colacci riferisce però di aver sottoposto all’attenzione dei vertici della sanità la possibilità invece offerta dal decreto Dignità (tre rinnovi contrattuali e l’Asrem ne ha messo in campo finora uno solo). «Ci è stato risposto che le strade da noi indicate saranno approfondite per capire se ci sono appigli. Ma, soprattutto, il presidente Toma ci ha comunicato che la deputata (di FdI) Lancellotta ha presentato un emendamento alla manovra per spostare dal 30 giugno al 31 dicembre i termini per maturare i requisiti per la stabilizzazione». In pratica, la stessa proposta di modifica presentata al decreto Aiuti ter in fase di conversione dal gruppo Noi moderati alla Camera e che però fu dichiarata inammissibile in Commissione. Probabilmente perché in quel caso l’accordo era di non toccare l’impianto del decreto.
In Prefettura si tornerà il 15 dicembre. Sperano, dunque, i 280 precari. Una delegazione era ieri in presidio in piazza Pepe. E sperano anche i responsabili di reparti e ambulatori dove lavorano. Perché al di là delle figure professionali che l’azienda sta assumendo in pianta stabile, si tratta di 280 operatori oggi in forze nella malconcia sanità pubblica e di cui si dovrebbe, dal 1 gennaio, fare a meno.
Che la soluzione possa arrivare solo dalla modifica delle norme nazionali lo dice anche la segretaria regionale della Uil Tecla Boccardo che spiega di aver avviato «un proficuo confronto con l’onorevole Cesa che si è reso disponibile per la definizione concreta di un percorso certo e raggiungibile rispetto alla loro stabilizzazione in tempi brevi. L’impegno assunto è stato quello di presentare insieme alla delegazione parlamentare molisana un emendamento alla Legge di Bilancio che possa superare le criticità delle attuali soluzioni territoriali che difficilmente potranno dare risposte a questa situazione».

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