Teatro Savoia gremito ieri pomeriggio a Campobasso. Sul palco, «la voglia di riscatto del Molise». Una terra, ha detto dal palco la segretaria della Uil Tecla Boccardo, di cui nel 1946 si scrivevano sui giornali (lei ha ritrovato e mostrato un articolo in particolare) le stesse cose che si scrivono ancora oggi, in particolare la necessità di un piano di sviluppo per le aree interne.
L’assemblea territoriale del sindacato ha visto la partecipazione di tutte le categorie e, fra gli altri, dei segretari nazionali di Uiltucs (Andreani, accolto da una folta delegazione di iscritti e dal segretario regionale Pasquale Guarracino), e Uil Scuola (D’Aprile, accanto a lui il regionale Nicolino Fratangelo ). Le conclusioni, dopo un dibattito che ha dato voce alle istanze del Molise, sono state affidate al leader Pierpaolo Bombardieri che ha lanciato la mobilitazione avviata insieme alla Cgil. In regione lo sciopero generale è in programma il 17 novembre.
«Si torna in piazza perché non ci sono risposte ai temi che abbiamo posto sui tavoli del confronto con il governo – ha detto Bombardieri – Non ci sono risposte sufficienti sul recupero del potere d’acquisto di salari e pensioni. In questi due anni i salari e le pensioni hanno perso almeno il 10% del potere d’acquisto, le risorse che sono state messe nel pubblico impiego non bastano e nel privato non c’è stata nessuna scelta che ha incentivato in qualche modo il rinnovo dei contratti. Non ci sono risposte sull’evasione fiscale, ma non solo. In qualche modo questo governo sembra privilegiare chi le tasse non le paga. Non ci sono interventi – ancora il segretario nazionale della Uil – per recuperare risorse dagli extraprofitti che potrebbero dare soldi da investire per esempio sul sociale o sulle politiche industriali e si riesce addirittura a peggiorare la Fornero. Si peggiorano le condizioni di chi dovrebbe andare in pensione fra qualche mese o fra qualche anno, non si affronta in modo strutturale una riforma definitiva, si peggiorano le condizioni di chi fa lavori usuranti, lavori gravosi e soprattutto delle donne. Quindi – ha tirato le somme – c’è una mancata risposta sulle nostre proposte e una scelta che sembra in qualche modo prendere i soldi dei pensionati e dei lavoratori e invece escludere le tasse sulla grandi multinazionali e le grandi banche che hanno fatto grandi profitti».
Bombardieri ha ribadito anche il no all’autonomia differenziata, qui e ora. «Prima di parlare di autonomia differenziata dovremmo garantire alle Regioni del Mezzogiorno e in particolare al Molise la parità di condizioni rispetto alle altre. Parliamo di diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione: sanità, assistenza, scuola, lavoro. Applicare l’autonomia in queste condizioni significa allontanare ancora di più la distanza tra le Regioni che sono avanti e quelle che sono rimaste indietro».
Aprendo i lavori, la segretaria della Uil Molise Boccardo ha evidenziato che «in Molise il lavoro è sempre più precario, sempre più povero, mancano progetti e un orientamento su come spendere le risorse per cogliere lo sviluppo. Purtroppo qui davvero le cose non cambiano, il Molise è l’emblema dell’Italia che non funziona. Abbiamo un triste primato, siamo in percentuale la regione con il più alto numero di infortuni sul lavoro. Siamo in una regione con caos e debiti, pensiamo alla situazione della sanità, dei trasporti, alla mancanza di un piano industriale, di un piano energetico. Al governo Roberti chiediamo di avere una visione d’insieme per portare il Molise allo sviluppo. E la determinazione e la forza per rispondere alle esigenze dei molisani».
r.i.

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