Sono oltre 100mila in tutta Italia gli addetti del settore vigilanza (quella armata e il portierato). Lavoratori che mettono a rischio la propria vita sui portavalori o “di pattuglia”, giorno e notte, per garantire la sicurezza di banche e imprese. Il rinnovo del contratto collettivo nazionale, siglato l’altra notte, definisce un aumento stipendiale che entro il 2026, a regime, sarà di 350 euro all’anno e, a partire da subito, la quattordicesima mensilità.
Per l’incremento in busta paga (si arriva in media a 8 euro all’ora mentre il recente e precedente rinnovo ne prevedeva poco più di 4) sono fissati step intermedi. Ma comunque, sottolineano dalla Uiltucs Molise, «per la prima volta diamo un aumento consistente ai lavoratori, in particolare a una categoria a cui era necessario assicurare riconoscimento e dignità professionale. In questo senso si tratta di un accordo storico per il settore». Soddisfatti, dunque, il segretario regionale Roberto Cordisco e il segretario generale Pasquale Guarracino.
Risultato conseguito, ma il sindacato non si ferma a questo traguardo. Cordisco e Guarracino, infatti, fanno quello che per ora è un invito (pronto a diventare sollecitazione se fosse necessario) ai vari committenti dei servizi di vigilanza armata e non. «Ci aspettiamo un naturale ravvedimento – spiegano – nel senso che le gare già assegnate vanno adeguate per la parte economica ai vari scaglioni di aumento stipendiale e gli appalti ancora da bandire non potranno prescindere dai parametri sanciti col rinnovo contrattuale.

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