“Diritto alla mobilità in Molise: il ruolo del Tpl tra criticità e opportunità”. Già nel titolo del workshop organizzato da Uil Molise e Uil Trasporti per stamane (i lavori a partire dalle 10 nella sede della Scuola edile a Campobasso) è dichiarato l’intento propositivo e fattivo del convegno.
«In Molise – dice in premessa la segretaria regionale della Uil Tecla Boccardo – va garantito il diritto alla mobilità. Ad oggi, infatti, partiamo dalla mancanza di servizi adeguati e infrastrutture. E la carenza di servizi essenziali nelle aree interne, dalla sanità alla scuola fino al trasporto, è una delle cause dello spopolamento».
Segretaria, la sua fotografia dell’esistente e magari già qualche proposta per esempio per la rete ferroviaria.
«Al momento il diritto alla mobilità è garantito, su gomma, da 30 aziende del territorio e da circa 480 lavoratori. La rete ferroviaria, lo sappiamo, è in fase di elettrificazione, solo da qualche settimana i treni per Roma e Napoli sono tornati a partire dalla stazione di Isernia. Al gruppo FS proponiamo, per esempio, l’alta capacità per le merci in favore di importanti insediamenti industriali, come la Gigafactory o come le realtà dell’agricoltura e dell’agroalimentare che operano nella fascia adriatica. Ad oggi, infatti, le merci viaggiano su gomma intasando l’A14 con conseguenti danni per l’ambiente e disagi per i turisti che scelgono la nostra costa».
Se per il trasporto su ferro l’esigenza che si pone è quella della modernizzazione, per quello su gomma invece di cosa c’è bisogno secondo voi?
«Diciamo che il trasporto su gomma è stato “non governato”, siamo ancora in attesa di un nuovo bando, non c’è un contratto decentrato per i lavoratori da quasi 15 anni, contratto che potrebbe garantire maggiore serenità e minore conflittualità. Per questo abbiamo pensato che fosse importante avviare il confronto per una nuova stagione in cui le parti interessate potessero dare il loro contributo, auspicando che il confronto costruttivo prosegua sui tavoli della programmazione piuttosto che nelle aule dei tribunali, come ha avuto modo di sottolineare di recente anche la Corte dei conti».
Che vuol dire che il sistema è stato “non governato”?
«Guardi, negli ultimi anni si è ragionato secondo la logica dell’emergenza mentre si dovrebbe ragionare secondo una logica di “anticipazione” per fronteggiare le esigenze dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese e garantire l’accessibilità, la sicurezza, l’efficacia in termini di utilità e qualità del sistema e la riduzione degli sprechi, considerato l’elevato debito regionale di oltre 70 milioni di euro. Riteniamo, quindi, che sia necessario ridisegnare il servizio. Negli ultimi dieci anni, però, non si sono mai incontrati gli attori locali del settore per definire insieme il futuro dei trasporti e il modello più adatto al nostro territorio. Tutti ricorderanno quali sono stati i risultati dell’ultima Conferenza dei sindaci del 2022 a seguito dei tagli indiscriminati sulla rete, il governo regionale ha dovuto fare marcia indietro a seguito della presa di posizione degli amministratori che si vedevano penalizzati i servizi fino ad allora garantiti ai loro cittadini».
Il workshop si propone quindi di rappresentare il luogo del confronto che finora è mancato?
«Uil e Uil Trasporti con l’appuntamento di domani (oggi, ndr) vogliono farsi promotrici di una nuova stagione in cui la Pa possa programmare i servizi pubblici di trasporto in ragione della domanda reale e non secondo logiche spesso approssimative e incomprensibili. Al workshop, che si svolgerà presso la Scuola edile che ringraziamo per l’ospitalità, si confronteranno i principali attori del settore: il presidente della regione Roberti, che ringraziamo per la disponibilità al dialogo, il segretario generale della Uil Trasporti Claudio Tarlazzi, il vice presidente di Confindustria Rosario Morelli e le aziende. L’intento è di promuovere il confronto permanente tra gli attori del sistema, per approfondire, mettere insieme idee, proposte e possibili soluzioni per ridisegnare insieme alle istituzioni, alle aziende e ai lavoratori un nuovo modello del sistema regionale del trasporto pubblico che assicuri realmente, e non solo sulla carta, il diritto alla mobilita delle persone con un’adeguata integrazione di reti e servizi, incentivando lo sviluppo attraverso investimenti pubblici e privati in infrastrutture essenziali che possano sostenere il cambiamento, migliorare l’attrattività del territorio, migliorare l’efficienza e l’economicità, la vivibilità e la tutela dell’ambiente».
Un obiettivo abbastanza ambizioso…
«Noi siamo il sindacato delle persone e vogliamo occuparci della tutela dei diritti – dal lavoro alla sanità, all’istruzione e alla mobilità –. Riteniamo che il confronto tra le parti possa farci superare le criticità. Ci auguriamo perciò che questo sia il metodo per i prossimi anni. E che il confronto sulla mobilità che avviamo con questo workshop si trasferisca poi nei tavoli istituzionali. Che la politica raccolga questo modello per la programmazione dello sviluppo del territorio, per ridisegnare i servizi e garantire diritti ai cittadini».
ppm

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