Del tavolo ministeriale non hanno visto ancora neanche l’ombra. Così, la Fiom Cgil e gli operai della Sata Spa di Pozzilli domani mattina alle 9,30 manifesteranno davanti alla sede della giunta regionale. Una delegazione di lavoratori presidierà dunque il palazzo di via Genova a Campobasso per chiedere conto dell’immobilismo del governo Frattura davanti alla vertenza dello stabilimento pozzillese dell’indotto Fiat. In 30 rischiano il posto, su un totale di 70 lavoratori. Il segretario regionale della Fiom Cgil, Giuseppe Tarantino, chiederà alla Regione un incontro urgente per discutere di soluzioni concrete per evitare i licenziamenti magari facendo intervenire anche il Ministero dello Sviluppo economico. Da tre mesi gli operai sono in attesa di novità. A settembre scadranno gli ammortizzatori sociali. La situazione, però, è critica già ora, anzi ancora ora si potrebbe dire considerato che le 70 tute blu sono in regime di contratto di solidarietà. Per l’estate si rischiano 30 licenziamenti. E nessuno finora ha fatto nulla di concreto, malgrado le proteste e il tavolo prefettizio.
La scintilla era scoppiata ad inizio ottobre, con il sit in davanti ai cancelli dell’azienda contro l’ipotesi di trasferimento in altri stabilimenti del gruppo ubicati al Nord (Trentino e Piemonte) per 24 lavoratori. I rappresentanti sindacali continuano insomma a chiedere un intervento deciso della politica regionale per far sì che la Fiat di Termoli garantisca ordinativi anche oltre il 2020. Altrimenti, dopo quella data le parti si troveranno a parlare di chiusura del sito produttivo di Pozzilli e non “solo” di trasferimenti o esuberi.
La Sata Spa attualmente sta producendo volani per il motore. Gli operai sono in regime di solidarietà, tutti a rotazione. Con le conseguenze sul salario mensile facilmente immaginabili. La preoccupazione dei sindacati è che una volta scaduti gli ammortizzatori sociali e terminate le commesse dalla Fiat di Termoli tutte e 70 le maestranze finiranno per strada. Senza alternative. Quindi, elezioni o non elezioni, non si può più attendere. La Regione deve necessariamente battere un colpo. Ed è quello che domani mattina chiederanno Fiom Cgil e lavoratori.

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