Ancora un dato negativo per il Molise. Questa volta il focus è sulla cassa integrazione straordinaria che, come riferisce il segretario regionale della Uil, Tecla Boccardo, in regione ha raggiunto picchi stratosferici rispetto ai primi 5 mesi dello scorso anno. Scioccante è il dato di Campobasso: «Nel capoluogo regionale del Molise +185% da gennaio a maggio 2019».
Una situazione su cui i sindacati, come denuncia Boccardo, vorrebbero aprire un confronto. Prima di tutto con l’assessore al Lavoro Luigi Mazzurto, ma «pare proprio che non vi sia consapevolezza da parte di chi dovrebbe occuparsene direttamente». Un riscontro amaro così come i dati che rispecchiano le difficoltà che ci sono in questa regione con il mondo del lavoro.
I dati sono quelli diffusi dall’Inps. La fotografia che ne esce è allarmante: «a maggio 26.128 ore autorizzate di cassa integrazione (7 mila a Campobasso e 19 mila a Isernia), quasi 500 mila ore autorizzate nei primi cinque mesi di quest’anno» Nel 2018 erano «321.000, il che fa un incremento del 55 percento; sono stati così salvaguardati 588 posti di lavoro, la gran parte dei quali in provincia di Campobasso». Ed il dato del Molise si rispecchia in quello Italiano: «complessivamente, nei primi 5 mesi dell’anno in corso, la cassa integrazione registra 116,4 milioni di ore, in aumento dell’11,4 percento rispetto allo stesso periodo del 2018, contribuendo a conservare 137 mila posti di lavoro». E se la cassa integrazione ordinaria «nel periodo gennaio-maggio 2019, subisce una flessione del 5,6 percento» quella straordinaria sale a +31,9 percento «che rispecchia le perduranti situazioni di crisi di importanti e grandi aziende del nostro Paese». Di queste l’83,1 percento delle ore «sono assorbite dall’Industria per un totale di 96,7 milioni di ore, a cui segue l’edilizia (14,3 milioni), il commercio (5,2 milioni) e l’artigianato (circa 58 mila ore).
«Soprattutto i dati quelli riferiti alla cassa integrazione straordinaria, mostrano che siamo in presenza di uno stato di forte sofferenza di una parte del nostro sistema produttivo ed occupazionale» denuncia ancora Boccardo. Ecco perché per la Uil «occorre fornire, a questi settori produttivi, non solo i necessari ammortizzatori sociali nei tempi di crisi, ma strumenti e politiche mirate alla crescita, competitività e sviluppo».
Sindacato che rilancia un nuovo incontro con la Regione: «vorremmo parlare, in modo concreto con la Regione, ma il confronto, sempre promesso, non viene per nulla praticato. Ed i nostri lavoratori, e le aziende che attraversano un momento di crisi, attendono, tirano avanti a fatica con quel poco che danno gli ammortizzatori sociali. Ma la loro pazienza è giunta al limite».

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