Caro direttore,
mi piacerebbe elaborare qualche riflessione rispetto a quanto accaduto negli ultimi giorni in Molise.
E non per ripercorrere in una sorta di rotocalco gli avvenimenti salienti (a quello ci pensate voi egregiamente), ma per “tirare fuori” alcune considerazioni, nella fase che precede la pausa estiva, che, al netto di chi farà o meno vacanze, vedrà fermarsi quasi tutte le attività amministrative, politiche e produttive per qualche settimana.
Abbiamo trascorso giorni difficili in quasi tutti i settori.
Vediamo una sanità in affanno, che respira ormai a pel d’acqua con reparti in estrema difficoltà, personale allo stremo delle forze e con il mantenimento dei servizi minimi in discussione quotidianamente. Passando per l’ultima battaglia in corso per mantenere aperto il punto nascite di Termoli e per il Pronto soccorso di Campobasso in emergenza.
È stato reso noto l’elenco delle opere finanziate dal Contratto istituzionale di sviluppo, che doveva rappresentare il riscatto che viene dal basso, ma che appare alquanto frammentato e senza un’anima, avendo premiato solo parzialmente la filiera tra Comuni o la sintesi tra diversi soggetti proponenti. Penso debba essere ulteriormente rivisitato per rafforzare e rappresentare un vero percorso di sviluppo per il Molise e non solo un’occasione di spesa!
Come prevedibile, infatti, il Cis a diversi amministratori o enti locali, non è piaciuto ma le risorse a disposizione in questo momento erano quelle e una scelta, discutibile per carità, in questa prima fase è stata fatta seguendo sicuramente le indicazioni che i nostri rappresentanti politici a vario livello hanno fatto pervenire al tavolo istituzionale nazionale.
Stiamo vivendo da qualche giorno una nuova odissea per chi (come me) muove quotidianamente da Termoli a Campobasso con semafori, interruzioni e rallentamenti che hanno reso davvero critici gli spostamenti verso la costa sia per chi lavora, sia per quelle centinaia di famiglie che si recano al mare per qualche ora di relax. E qui, si apre un’altra storica questione che è quella della viabilità disastrata. Abbiamo sentito tornare in auge il progetto dell’autostrada Termoli-San Vittore: per quanto ci riguarda, ben vengano iniziative serie, realizzabili, sostenibili ambientalmente ed economicamente, che una volta per tutte ci aiutino a uscire dall’isolamento. Purché si decida di farle!
Come se non bastasse, il maltempo ha messo in crisi diverse aziende agricole del basso Molise, già provate dal caldo torrido degli ultimi periodi.
E poi, dulcis in fundo, le vertenze ormai storiche: Ittierre e Gam.
La scorsa settimana due differenti incontri in Regione: il primo, su Ittierre in cui sindacati e il Presidente Toma hanno interessato direttamente in premier Conte, chiedendo un incontro per sbloccare almeno l’erogazione delle risorse per la mobilità in deroga, oggi ferme.
Sabato mattina, invece, sempre in via Genova, alla presenza anche di rappresentanti di categoria nazionali di Uil, Cgil e Cisl, abbiamo incontrato a lungo il governatore e (il dimissionario) l’assessore Mazzuto per fare chiarezza su quanto (non) si sta verificando rispetto al rispetto degli accordi che Agricola Vicentina, gruppo Amadori, ha sottoscritto al Mise riguardo la Gam.
Anche qui, abbiamo deciso insieme di aprire un tavolo di monitoraggio permanente in Regione, programmando un incontro a breve a cui sarà convocata anche l’azienda per monitorare la vertenza e la questione legata all’erogazione degli ammortizzatori sociali; e di aprirne un altro a Roma, che veda coinvolti assieme a sindacati e azienda anche i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico e Invitalia, per verificare il piano industriale e per tenere legati al Molise le corpose risorse del contratto d’area che in assenza di un piano industriale corrono il serio pericolo di tornare indietro!
In sostanza, non abbiamo più tempo per rimpalli di responsabilità: ognuno deve fare la propria parte, assumersi oneri e onori ma soprattutto non è permesso venir meno agli impegni presi, con questa facilità.
Insomma, non sono stati giorni facili e, soprattutto, non lasciano sperare a un congedo di buone vacanze degno di questo nome.
E ogni settimana che passa, leggendo i dati su disoccupazione, utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali, fondi europei impegnati, molto meno rendicontati e quasi mai spesi, vertenze che aumentano, non è che ci lascia ben prospettare.
Non può essere il Cis da solo, oppure le risorse (anche importanti) destinate a turismo e cultura, o gli ultimi bandi regionali a rimettere in moto la nostra economia.
Ci vogliono decisioni, orientamenti, idee e coraggio (e ce ne vuole tanto) perché a volte bisogna anche fare scelte impopolari e di non immediata visibilità per “addrizzare la barra”.
E la politica, da sempre, queste scelte non le fa.
Noi restiamo al nostro posto, che è quello dalla parte dei più deboli che soffrono tutto questo, che poco hanno a cuore crisi politiche e maggioranze traballanti. Noi, come sempre, ci faremo trovare pronti nell’offrire il nostro supporto, il nostro contributo e la nostre proposte: ma così come si cammina oggi, non andiamo lontani. Anzi, ci si ferma.
Tecla Boccardo

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