Attacco frontale e a testa bassa quello dell’Ugl Comunicazioni Molise ai danni di Poste Italiane. «Che il Molise non esista più lo abbiamo già constatato – spiega Franco Battista commentando gli esiti della riunione della scorsa settimana -: le iniziative poste in atto da parte degli attuali vertici di Poste Italiane, in particolare quelle che hanno ricadute locali sia sotto il profilo dello sviluppo sia per quanto riguarda l’occupazione, non tengono in alcun conto le esigenze legate alle realtà. Nell’accordo che è stato sottoscritto tranne che dall’Ugl – rimarca – nel rideterminare gli aggiustamenti a seguito dell’implementazione definita il 13 giugno scorso, si è stabilito l’inserimento di ulteriori risorse tecnologiche e umane per il potenziamento delle strutture. Tutte le regioni sono state coinvolte tranne il Molise, la Basilicata e il Trentino Alto Adige. Al Molise zero risorse». Una storia che si ripete: era già capitata per il settore ‘Mercati privati’, cioè il personale applicato agli sportelli, ora il bis con i ‘Servizi postali’. Battista ricorda i tagli ‘lacrime e sangue’, le chiusura degli uffici postali, le zone servite a giorni alterni. Problemi ai quali il personale ha cercato di rimediare «facendo bene il proprio lavoro ma oggi tutto questo sta rendendo tutto più difficile e complicato. L’orario di lavoro mai osservato per terminare la propria prestazione, la febbrile corsa per raggiungere i luoghi di lavoro stanno mettendo a dura prova la resistenza del personale addetto, che rischia anche la propria incolumità. La Fnc Ugl Comunicazioni non ci sta a questo gioco al massacro, sia a livello nazionale sia regionale – continua il segretario regionale Battista -: sarà il caso di ricordare che in Molise non ci sono assunzioni regolari dal 2013, neanche trasferimenti in mobilità nonostante l’alto numero di persone che sono andate via e non sono mai state rimpiazzate. Non possiamo condividere queste scelte, siamo disposti ad attuare tutte quelle azioni legali per tutelare i diritti dei lavoratori e la loro incolumità fisica e psicologica». Al miglioramento delle performance di Poste Italiane, sottolineano dalla Fnc Ugl, non è seguito il conseguente innalzamento della qualità del lavoro e di vita degli operatori addetti. L’incrementare dei volumi di traffico, sostengono, ha di fatto generato il «progressivo imbarbarimento dei rapporti professionali all’interno del mondo del recapito. Un impoverimento pericoloso in termini di diritti e di rispetto dei lavoratori che rischia di cannibalizzare e brutalizzare il buon lavoro fatto e le prospettive di miglioramento perseguite e auspicate. Questo abbiamo sostenuto al tavolo di trattativa sul recapito. È vergognoso – insistono dalla segreteria regionale dell’Ugl – non poter parlare di certezza dell’orario di lavoro, assistere al ricorso sistematico a provvedimenti disciplinari che mirano ad alzare lo stress generale. Non possiamo accettare l’idea che in una azienda come Poste Italiane i diritti possano comprimersi attraverso una progressiva e scientifica destrutturazione». Ergo, l’ulteriore accordo non viene condiviso dalla Fnc Ugl almeno fino a quando «non verrà ripristinato un dovuto e corretto rispetto dei lavoratori e dei loro imprescindibili e inderogabili diritti».

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