Chi pulisce il reparto Covid del Cardarelli non si è messo in malattia nei mesi durissimi del lockdown (che sono stati i più dolorosi della pandemia). Non lo ha fatto chi cucina e serve nei reparti (anche quelli dedicati alla cura del Sars-Cov2) e nelle mense di strutture sanitarie e ospedaliere. Non si sono fermati commesse e i commessi dei supermercati, a contatto con una popolazione spaventata ma che nei primi tempi non trovava facilmente mascherine e gel per proteggere se stessi e gli altri. E, ancora, i vigilantes: chiamati a servizi rafforzati e pure loro fra i pochi autorizzati, anzi forzati, a circolare nel periodo di chiusura dell’Italia.
C’è tutto un mondo di lavoratori che sono stati e sono a rischio ma di cui nessuno si occupa.
Lo ha fatto la Uiltucs Molise, organizzando a Campobasso un’assemblea con l’intervento del sindacato nazionale per ascoltare le richieste e illustrare quanto, sia pure con le difficoltà del momento, si sta provando a fare anche in termini di contrattazione e soprattutto tutele.
«I nostri iscritti, questi lavoratori, sono stati tutti i giorni a contatto con il virus. Non gli è stato raccontato, come succede magari ai nostri politici – l’affondo del segretario molisano Pasquale Guarracino – che hanno pensato bene di sospendere i lavori del Consiglio e riunirsi per via telematica… No, loro hanno continuato a lavorare tutti i giorni. Adesso riteniamo sia urgente fare il punto della situazione proprio con chi ha messo anima e cuore – come i commessi, gli addetti alle mense, alle pulizie e alla vigilanza e come i giornalisti che hanno continuato a informarci – e, soprattutto, con le aziende e la classe politica».
Le richieste sono precise: «Dispositivi di sicurezza maggiori e migliori, con regole precise per ogni tipo di lavoro – ancora Guarracino – È necessario quantificare quanti ne servono, è necessario che anche chi governa si interessi di queste cose e per una volta faccia gli interessi di chi lavora».
Il mestiere del sindacato è fare accordi e il capo della Uiltucs Molise assicura che non saranno mai peggiorativi e anzi sosterranno chi, finora, ha sostenuto le aziende.
I settori di cui si occupa la Uiltucs presentano una situazione molto sfaccettata e complicata. «Chi lavora negli ospedali, nelle mense, nel pulimento, nei supermercati. Sono settori che hanno subito fortemente l’impatto dell’emergenza e delle misure di contrasto alla diffusione del virus. In alcuni casi – spiega il segretario nazionale Gabriele Fiorino – ci sono in prospettiva difficoltà di ripresa, penso al turismo e alla ristorazione collettiva. Nel contempo dobbiamo discutere con le controparti il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, confrontarci con le imprese per garantire condizioni di lavoro in sicurezza, coi dispositivi adeguati. E ancora, in altri casi, negoziare l’utilizzo degli ammortizzatori per chi è in cassa integrazione e sollecitare il governo a interventi che tutelino alcune fasce di lavoratori che rischiano, una volta terminati gli ammortizzatori in deroga, di avere una protezione meno lunga rispetto ad altri. C’è bisogno, in poche parole, di pensare a cosa accadrà quando gli ammortizzatori in deroga non ci saranno più».

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