Fermate autorizzate ma irregolari. Cosa fare, è il dilemma degli autisti del trasporto pubblico locale: far scendere i viaggiatori, mettendo a rischio la loro incolumità, oppure rispettare rigorosamente il Codice della Strada ma andando incontro a eventuali sanzioni da parte del datore di lavoro? Lo stesso vale per le gincane nei centri storici, con i mezzi che sfiorano le case. Senza dimenticare che, come ha evidenziato il segretario generale della Faisa Cisal Mauro Mongelli, per il cronico ritardo negli stipendi i lavoratori del settore devono sistematicamente ricorrere ai decreti ingiuntivi.
In Molise, ha rilanciato ieri l’allarme il sindacato, è a rischio la salute dei dipendenti del Tpl e la sicurezza degli utenti. Si lavora male, in condizioni che incidono pesantemente sul rendimento e sull’equilibrio psicofisico degli autisti. Al convegno organizzato a Campobasso hanno portato il loro contributo anche psicologi e avvocati. «Io stesso – ha raccontato il segretario regionale Emilio Santangelo – nel 2020, in piena pandemia, ho avuto un infarto. Ora sto bene, ma i rischi che comporta questa situazione sono tanti».
In platea, fra gli altri, il direttore dell’Inail, i consiglieri regionali Fanelli, De Chirico, Primiani. Anche l’assessore Pallante è intervenuto in avvio dei lavori. Oltre ai ritardi nel pagamento delle spettanze, ha evidenziato ancora Mongelli, emergono criticità nell’accesso ai fondi complementari, in generale una disattenzione alle condizioni dei lavoratori che si intreccia con le carenze infrastrutturali. Nel complesso, un problema divenuto enorme. È chiaro, ha concluso il segretario generale della Faisa, che la soluzione non può essere immediata, ma non è più rinviabile l’avvio di un tavolo di lavoro a cui sedersi tutti con onestà intellettuale, senza l’intento di dare la colpa ad altri.

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