Sesto sciopero degli autisti dell’Atm (dopo quelli di novembre e dicembre 2021, febbraio, marzo e luglio di quest’anno). Quattro ore di astensione dal lavoro, oggi, dalle 19 alle 23 per il personale dipendente della ditta.
«Ancora una volta – spiegano Nicolino Libertone e Emilio Santangelo per la Faisa Cisal e l’Ugl -gli autisti dell’Atm sono costretti ad una nuova protesta. I motivi? Il cronico ritardo del pagamento della retribuzione, a fronte di un contributo pubblico generoso e puntuale, è inspiegabile ed impunito – spiegano -, qualcuno lamenta ancora il pagamento della 14esima mensilità, scaduta il 20 luglio scorso. Inoltre, la riduzione dei riposi settimanali da parte della società ha, di fatto, abolito le norme emanate in funzione della sicurezza del trasporto. Tale decisione aziendale è supportata, a giustificazione, dalla presenza delle numerose fermate illegittime (99%) esistenti in Regione, le quali, secondo la società, riducono la tratta, non più superiore ai 50 chilometri, e permettono di riposare. Quindi renderebbero il mestiere meno usurante».
Una tesi – rimarcano i due esponenti sindacali – che deriva da una sentenza del Tribunale di Campobasso. «In pratica, l’autista viola il Codice della Strada fermando dove non è ammesso e, in cambio, gli viene ridotto il riposo settimanale perché ha osservato le disposizioni regionali ed aziendali e non il Codice stesso. Il tutto, con una doppia illegalità, a scapito della sicurezza».
Ed è la questione della sicurezza pubblica nel settore trasporti, in Molise, ad entrare prepotentemente nel novero dei motivi per i quali oggi gli autisti Atm incrociano le braccia.
«Si demanda solo agli autisti la responsabilità di eventuali incidenti. Del resto basterebbe osservare i rimedi non cercati nelle numerose ed illecite situazioni cui sono costretti ad operare gli autisti di autobus» rimarcano Libertone e Santangelo che ricordano quelle portate alla luce più volte, anche attraverso contributi filmati e fotografie.
«Il passaggio dell’autobus nel budello di Roccavivara, una strada priva delle misure necessarie al passaggio dell’autobus; la manovra in retromarcia a Belmonte del Sannio, vietata perché fatta in condizioni di non visibilità; la fermata al bivio di Trivento, la cui somma di violazioni, probabilmente, sarebbe sufficiente a far ritirare la patente, specialmente la manovra d’inversione nell’intersezione e su striscia continua» sottolineano ancora.
«La regione sta diventando una zona franca rispetto all’applicazione di norme di sicurezza oltre ad un potenziale pericolo per la sicurezza dei trasporti e per la pubblica incolumità». Motivi per protestare ancora. Con l’astensione dal lavoro.

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