Un tour nei comuni per censirne emergenze e urgenze dal punto di vista infrastrutturale, la nomina del soggetto attuatore della Castellelce (opera attesa da una trentina d’anni), per cui ora si può partire con la progettazione esecutiva e l’appalto, e soprattutto timing rispettato per la firma del contratto con Rfi per l’elettrificazione della tratta ferroviaria da Campobasso a Roccaravindola.
Vincenzo Niro traccia il bilancio dei primi 40 giorni da assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti (solo alcune delle sue deleghe. L’appuntamento più importante, fra sei giorni: il 23 luglio a Palazzo Vitale il presidente della Regione Donato Toma e i vertici di Rfi sigleranno la convenzione a cui la struttura guidata da Niro ha lavorato in queste settimane. Ora si stanno limando i dettagli e restano sul tavolo un paio di questioni fondamentali che saranno definite lunedì prossimo «nell’ambito dei lavori per la sottoscrizione della convenzione», assicura Niro.
A disposizione ci sono 80 milioni di euro: 15 della Regione (Patto per il Molise) e 15 del ministero delle Infrastrutture, questa la prima quota stanziata a cui si sono aggiunti a dicembre i 50 milioni dell’addendum alla Delibera Cipe. In linea generale, Rfi si impegna a realizzare l’opera in circa tre anni dalla stipula del contratto. Sul rispetto del cronoprogramma inciderà anche la contemporanea chiusura (o meno) della tratta interessata. È questo uno dei risultati che Niro intende spuntare: durante i lavori il servizio dovrebbe essere effettuato, a carico di Rfi, con autobus sostitutivi che portano i passeggeri fino a Roccaravindola e da lì si prende il treno, a quel punto elettrico, per la Capitale. «Questo garantirebbe meglio il rispetto dei tempi perché i lavori saranno più rapidi e anche più sicuri se sulla tratta non transiteranno convogli», sostiene l’assessore.
Roccaravindola, che oggi è solo il punto in cui – inoltrandosi in Molise – finisce l’era moderna del binario elettrificato e comincia il viaggio sulla strada ferrata ‘antica’ e poco performante che i pendolari ben conoscono, per il periodo necessario alle opere di elettrificazione diventerebbe uno snodo centrale. Non solo per il trasporto passeggeri. Niro, infatti, sta studiando l’ipotesi di potenziare lo scalo per integrarlo nella rete merci su ferro: geograficamente Roccaravindola è in una buona posizione e lo sviluppo di questo asset strategico porterebbe benefici logistici notevoli alle imprese del nucleo oltre a costituire un volano per l’attrazione di ulteriori investimenti e insediamenti produttivi.
Se Rfi accetta, aggiunge Niro, va da sé che a Roma i molisani non dovranno più scendere al 20 bis ma all’interno della stazione Termini perché arriveranno su treni elettrici e non più su mezzi a gasolio. «Lo solleciterò a quel punto esplicitamente», dice.
Il progetto esecutivo sarà unico per tutta la tratta, poi l’appalto dei lavori. «Per il rilievo che quest’opera ha in Molise e per le condizioni del nostro sistema produttivo, da rappresentante delle istituzioni chiederò a Rfi di prestare attenzione alle imprese e alle maestranze molisane», anticipa l’assessore.
Quanto al trasporto su gomma, dopo l’okay alla prima variazione al bilancio da 6,9 milioni oggi arriva in Consiglio regionale anche la seconda da circa 11,5. Il capitolo era sotto finanziato. «Adesso possiamo erogare le risorse alle ditte del settore e, di conseguenza, queste possono pagare gli stipendi ai lavoratori che non li percepiscono da maggio».
Infine, venerdì la giunta ha nominato la Provincia di Campobasso soggetto attuatore della strada Castellelce, per la quale ci sono 25 milioni a disposizione. L’iter lunghissimo anche di recente ha registrato intoppi: non è facile mettere d’accordo amministratori di Comuni diversi ma tutti interessati all’arteria che collegherà Bifernina e Trignina in maniera trasversale. Lo sblocco qualche settimana fa con l’accordo raggiunto fra i sindaci alla presenza del governatore. Adesso si può davvero partire.
r.i.

Un Commento

  1. Michele Rocco scrive:

    Chi non viaggia sui mezzi pubblici difficilmente interpreta i disagi di chi è costretto ad utilizzarli. Si individuino innanzi tutto quali sono i tratti da rettificare e su quelli iniziare anche l’elettrificazione. Questa senza la modifica di qualche tratto del tracciato non è sufficiente a ridurre i tempi di percorrenza. Il servizio sostitutivo dovrà essere adottato solo quando i lavori interesseranno i tratti da non modificare. Sospendere il servizio su rotaia per tre anni, “si fa per dire” (metropolitana matrice insegna), significa non ripristinarlo più! Ripeto non è l’elettrificazione della linea che riduce i tempi di precorrenza, occorre rettificare i tratti. Con gli 80 milioni facciamo prima questo. Poi se si vogliono solo “buttare”, come per la metropolitana leggera, si inizi ad elettrificare da Matrice a Campobasso, almeno continueremo a viaggiare per Roma senza trasbordi. Comunque, in tutte le parti d’Italia, si sostituiscono i supporti dell’elettificazione senza interrompere il servizio ferroviario. Ho avuto modo di costatarlo più volte su linee dove l’intensità di traffico non ha paragoni con quella di Campobasso. Cerchiamo di impegnare subito i soldi, ma riflettiamo con calma sulla progettazione.

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