Arriva come ogni anno il rapporto Pendolaria di Legambiente con le 10 linee ferroviarie peggiori per qualità di viaggio del nostro Paese. E la tratta Campobasso-Roma, rientra, manco a dirlo, nella classifica piazzandosi all’ottavo posto.
Rispetto allo scorso anno, infatti, nulla è cambiato e non c’è alcun miglioramento nella graduatoria. «Quasi ovunque, rispetto allo scorso anno – dice l’associazione ambientalista – nulla è cambiato per le linee peggiori per i pendolari, che sono oggi il triste emblema della scarsa qualità del servizio che accomuna diverse aree del Paese».
Anche quest’anno la maglia nera va alla Roma-Lido, nel Lazio. A seguire ancora una volta, la Circumvesuviana di Napoli nonostante il bando recente per l’acquisto di nuovi treni, poi la Reggio Calabria-Taranto seguita dalla Verona-Rovigo, dalla Brescia-Casalmaggiore-Parma, dall’Agrigento-Palermo, dalla Settimo Torinese-Pont Canavese, dalla Campobasso-Roma, dalla Genova-Savona-Ventimiglia, e dalla Bari-Corato-Barletta.
La tratta Campobasso-Roma, secondo Legambiente, è una delle poche linee su cui si assiste ad un leggero miglioramento almeno nel numero di treni in circolazione, visto che si è tornati finalmente ad avere 10 coppie di treni al giorno, come avveniva nel 2010. La linea è complessivamente di 244 chilometri, ma i problemi riguardano in particolare i 75 chilometri sulla tratta tra Campobasso e Roccaravindola che sono ancora a binario unico non elettrificato. È infatti qui che si registrano i maggiori problemi di lentezza e inadeguatezza del servizio, che provocano ritardi lamentati dai pendolari.
Basti dire che ci vogliono 53 minuti nella tratta tra Campobasso ed Isernia con una velocità media di nemmeno 55 km/h su una linea sostanzialmente vuota.
Anche nel corso dell’ultimo anno si sono ripetuti episodi di gravi ritardi e di malfunzionamento dei convogli: treni costretti a frequenti soste in varie stazioni perché il gabinetto non funziona, aria condizionata guasta in estate, sovraffollamenti e ritardi che sono arrivati a superare in alcuni casi un’ora.
Sussiste poi un problema di concorrenza con il trasporto su gomma che non solo non riesce a coprire la domanda ma va a penalizzare il trasporto ferroviario poiché le fasce orarie delle due tipologie di trasporto in molti casi coincidono.

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