Era l’11 febbraio del 2015 e l’Atm Spa decise di mettere in ferie forzate i propri dipendenti. Quella decisione, presa quasi 5 anni fa, è costata a Paolo Larivera De Matteis la condanna a 3 mesi di reclusione con pena sospesa e non menzione, perché configura l’interruzione di pubblico servizio considerata reato penale. La vicenda ha visto coinvolti in qualità di persone offese i Comuni di Montemitro, Montefalcone nel Sannio e Tufara, allora rappresentato da Donato Pozzuto che si è costituito parte civile per tutelare gli interessi dei propri concittadini attraverso l’avvocato Gaetano Caterina.
Il Tribunale penale di Campobasso, presieduto dal giudice Roberta D’Onofrio, sebbene l’Atm spa abbia sostenuto che l’interruzione di pubblico servizio sia stata determinata dal mancato pagamento di alcune voci contrattuali da parte della Regione Molise, ha ritenuto invece che la decisione di mettere in ferie forzate i dipendenti della società concessionaria del trasporto pubblico configuri gli estremi del reato contestato al legale rappresentante dell’Atm. Nella stessa sentenza il giudice D’Onofrio ha disposto che il risarcimento richiesto dal Comune di Tufara, ammontante a 100mila euro, sia liquidato in sede di giudizio civile. In quel giorno di febbraio, tutti i mezzi di trasporto dell’Atm non effettuarono corse nei bacini di Termoli, Campobasso e Isernia. E secondo l’avvocato Caterina, che ha difeso il Comune di Tufara, «suscita perplessità il fatto che la Giunta regionale di allora non abbia inteso costituirsi parte civile pur essendo la maggiore danneggiata dalla condotta posta in essere. Ci si chiede ora – conclude il legale -, in prossimità del nuovo bando di gara per l’assegnazione del servizio di trasporto pubblico, quale rilevanza potrà avere la sentenza di condanna».

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