Da piazza Cuoco alla stazione Termini, dimenticando per sempre il famigerato ‘binario 20 bis’, in due ore e mezzo. Massimo 2.40. Un mezzo miracolo, nei fatti. I lavori di elettrificazione sono ormai arrivati alle soglie della stazione di Isernia, il problema riguarda invece le infrastrutture, gli armamenti che sono poi quelli che concretamente consentono di velocizzare il transito dei treni. Ieri mattina l’assessore regionale ai trasporti, Vincenzo Niro, ha incontrato l’ingegnere Giulio del Vasto, dirigente di Rfi e direttore territoriale produzione Napoli e il collega Pietro Diamantini, direttore Trenitalia Campania e Molise. Un faccia a faccia, l’ennesimo, in vista del prossimo appuntamento, già calendarizzato per il 21 gennaio. In sintesi, l’esponente della Giunta regionale ha rimarcato che chi utilizza i treni regionali della ventesima regione ha gli stessi diritti degli altri, soprattutto in tema di qualità del servizio.
Due ore e mezzo da Campobasso a Termini è un obiettivo possibile per Vincenzo Niro che però, giustamente, pigia sul tasto della velocizzazione dei lavori sulle infrastrutture che consentono ai treni di viaggiare. Certo, perché se la linea è elettrificata ma poi gli armamenti sui quali viaggiano i treni sono quelli obsoleti, si torna al punto di partenza. «Il prossimo 21 gennaio, nel corso dell’incontro già fissato, Rfi consegnerà alla Regione Molise due proposte esecutive con il relativo cronoprogramma. Sì, i lavori per l’elettrificazione sono a buon punto ma – si lascia sfuggire l’assessore Niro – bisogna agire sulla tratta, correggere i raggi di curvatura, sostituire le traverse dei binari». L’elettrificazione, da sola, non basta a rendere davvero degno di questo nome il viaggio da e verso la capitale. C’è bisogno di tutta una serie di attività collegate che poi completeranno quello che sarà il tratto ferroviario sul quale, si spera presto, si potrà finalmente viaggiare. «C’è già un impegno economico notevole – ricorda l’assessore Niro – ma Trenitalia ha un contratto con la Regione Molise fino al 2023 e come ogni ‘patto’, anche questo deve essere rispettato». Cosa succederà il 21 gennaio? «Riceveremo i due progetti esecutivi e i cronoprogrammi relativi alle ipotesi sulle quali siamo chiamati ad esprimerci: la chiusura della tratta da Campobasso a Venafro, che contempla la garanzia del servizio sostitutivo, oppure il mantenimento del traffico ferroviario con i cantieri aperti di notte. Inoltre, avremo contezza del progetto di riapertura della tratta dal capoluogo fino a Termoli». Sul fronte Roma, l’ipotesi di chiudere la tratta ferroviaria per qualche mese è di certo quella che garantirebbe lavori molto più veloci e i disagi di chi dovrà usare i servizi sostitutivi. La seconda ipotesi – cantieri aperti di notte – va da sé che allungherà di parecchio la tempistica. E potrebbe essere il dilemma sul quale si dovrà esprimere il Consiglio regionale. Torna in agenda, come detto, anche la questione della riapertura della tratta Campobasso-Termoli (i cui binari, per un tratto, dovrebbero essere utilizzati anche per la realizzazione del raddoppio ferroviario sull’Adriatica): come si ricorderà, se ne era già parlato nel corso della scorsa estate.
Toccherà a Trenitalia stabilire anche in questo caso un crono programma visto che anche sulla tratta per il litorale molisano occorrerà procedere con alcuni lavori. Così come nel capoluogo regionale dove dovrà essere risolto il problema del passaggio a livello che, in via Mazzini, taglia in due la città creando non pochi problemi al già caotico traffico cittadino.

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