Non c’è solo la sanità tra i problemi atavici del Molise. Da anni si parla anche (e non solo, purtroppo) di trasporti. Il tema è spesso oggetto di ragionamenti, scioperi, manifestazioni, summit, incontri. Ma le cose non vanno. Da anni, da più di un decennio.
L’ultima puntata di una lunga serie la scrivono le segreterie regionali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Lo fanno con una nota indirizzata all’assessore Pallante e per conoscenza al presidente Toma che sintetizza lo stato comatoso in cui versa il settore.
«Gentile assessore, come ricorderà, sin dalla sua nomina ai trasporti, avendo compreso le difficoltà e la necessità di conoscere ed approfondire le dinamiche di un settore eternamente in crisi come quello del trasporto pubblico e che deve essere risultato tale anche per un politico esperto e navigato come Lei, abbiamo sospeso, come primo atto di responsabilità, tutte le iniziative di mobilitazione e di protesta in corso dei lavoratori del comparto. Abbiamo voluto fermamente credere ai suoi impegni ed a quanto ci aveva garantito e assicurato almeno sulle tematiche che attengono strettamente le competenze e i ruoli della Regione nel settore della mobilità, stiamo parlando di quell’ente programmatore che poi è lo stesso che affida alle imprese il servizio di trasporto pubblico regionale. Non a caso e, seguendo anche in questa circostanza una sua considerazione, abbiamo condiviso di separare per argomenti le tante problematiche che affliggono sia il settore che i lavoratori che rappresentiamo, decidendo di affrontare con le aziende tutti gli aspetti che sono di natura prettamente contrattuale (impresa come ben sa alquanta ardua visto la pressoché inesistenza di relazioni industriali) e facendo affidamento sull’ente Regione per le restanti materie che invece sono di stretta competenza dell’amministrazione regionale».
Le segreterie del settore di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno dunque stilato un elenco delle criticità e delle priorità non più procrastinabili: «Sistematici ritardi nel pagamento delle retribuzioni ai dipendenti e nel versamento dei contributi previdenziali da parte di due imprese molisane riconducibili allo stesso gruppo (Atm e Gtm); eccessiva vetustà del parco autobus che risulta essere tra i peggiori d’Italia; assenza di un impianto moderno, efficace e trasparente di vendita e distribuzione dei titoli di viaggio nonché l’assenza di un sistema tariffario unico regionale; problematiche legate all’emergenza pandemica e al rispetto da parte delle imprese di trasporto delle disposizioni, degli obblighi e delle indicazioni contenute nei Dpcm nonché nelle Ordinanze del presidente della giunta regionale del Molise (solo per fare alcuni esempi: sanificazione, igienizzazione, bigliettazione, distanziamento a bordo dei mezzi e alle fermate, istituzione di corse bis)».
Poi, «la priorità delle priorità, ovvero quella riforma dei trasporti che in Molise non ha mai visto la luce e che sarebbe in grado di garantire, attraverso un regolare ed agognato bando di gara, l’assegnazione dei servizi a quelle imprese che davvero siano nella condizione di assicurare anche in questo settore efficienza, efficacia, capacità organizzativa, investimenti ma anche il rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori. Tutti elementi che, purtroppo, non caratterizzano (e non lo sosteniamo solo noi) il sistema trasportistico molisano».
A Pallante, che si è insediato circa sei mesi fa, le segreterie regionali del settore trasporti riconoscono «la costante disponibilità al confronto e all’ascolto, disponibilità riscontrata favorevolmente anche dalle stesse maestranze con le quali ha avuto modo in più di un’occasione di rapportarsi direttamente nelle sue sortite al terminal di Campobasso». Tuttavia, «ci troviamo, nostro malgrado, nella consapevolezza di dover constatare che le priorità sopraindicate non hanno trovato, a tutt’oggi, sbocchi concreti».
La richiesta a Pallante rivolta «con la stessa franchezza e lealtà con le quali ha imparato a conoscerci» è di un «incontro urgente con l’obiettivo di affiancare a ciascuna priorità di quelle elencate, una data di risoluzione ben precisa. Abbiamo bisogno di fatti e di atti concreti e non più di promesse».

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