Oasport l’ha definita la ‘gara della vita’, dopo che, nel borsino delle medaglie, le aveva assegnato alla vigilia appena l’1%.
Chi conosce bene Maria Centracchio sa però con quanta caparbietà e costanza – uscendo da Covid-19 e mononucleosi – la judoka pentra delle Fiamme Oro si era conquistata questa sua chance olimpica, per lei che aveva il sacro fuoco dei cinque cerchi nel cuore, sentimento sbocciato con forza prima nel 2012 a Londra – dove era stata semplice spettatrice – e a Rio poi nel 2016, dov’era stata la sparring partner di Odette Giuffrida, all’epoca argento e stavolta bronzo come la molisana.

L’articolo completo è disponibile sull’edizione di Primo Piano Molise oggi in edicola.

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