Una settimana di attesa di notizie sull’invio dell’incartamento al Collegio di Garanzia del Coni (eventuale penultimo stadio, il successivo e definitivo sarebbe il ricorso al Tar) di un percorso minato che, al momento, tiene fuori il Campobasso dalla Lega Pro.
In un lunedì che avrebbe dovuto essere di inizio della preparazione a Vinchiaturo e che sarà invece di attesa e anche di stand by per la composizione dell’organico (con l’avvio della Coppa Italia a poco più di un mese, il 21 agosto) sul fronte rossoblù a tenere banco è sempre la ‘barricata’ con Federazione e Lega.
L’organismo di controllo della Covisoc in prima battuta e poi il consiglio federale della Figc hanno negato la ‘licenza nazionale’ ai rossoblù trincerandosi dietro una mancanza di carattere fiscale che ha rappresentato uno scoglio assoluto con una ‘mano ferma’ figlia anche, secondo molti addetti ai lavori, di quello che era stato il ‘caso Catania’ della scorsa stagione.
In particolare, in prima istanza, la Covisoc aveva riscontrato ‘alla data del termine perentorio del 22 giugno’ il non ‘ritualmente adempiuto obbligo di pagamento dei risalenti debiti fiscali’: l’Iva del secondo trimestre del periodo d’imposta anno 2021, quella del terzo trimestre del periodo d’imposta anno 2020 e quella del secondo trimestre del periodo d’imposta anno 2019’.
Nello specifico questi debiti tributari avevano generato ‘rituali comunicazioni di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate non integralmente corrisposti all’atto di ricezione’ e con l’assenza della ‘tempestivamente esperita procedura di rateazione, versando l’importo della prima rata entro il termine prescritto ex lege’.
In particolare, per l’organismo di controllo, la circostanza della corresponsione ‘in via autonoma delle somme a beneficio dell’erario in maniera tardiva vale a dire una volta spirato il termine prescritto ex lege per potere beneficiare di una forma di pagamento rateale, come se la procedura di dilazione fosse stata ritualmente attivata, non comporta il corretto assolvimento dei debiti tributari suindicati’.
Perché – scrivono dalla Covisoc – ‘non risulta neanche che l’Agenzia delle Entrate abbia mai formalizzato un provvedimento di rimessione in termini per quanto attiene la procedura di rateizzazione’.
Di qui la necessità della loro interezza e pertanto ‘un inadempimento rilevante’. Con, tra l’altro, l’evidenziazione del ‘giudizio espresso dalla società di revisione con riguardo ai bilanci intermedi al 31 dicembre 2021 e 31 marzo 2022 con taluni rilievi che appaiono comunque meritevoli di attenzione e di adeguato monitoraggio’ come ‘una posta patrimoniale attiva (circa 650mila euro, ndr) non connotata da adeguata certezza documentale’, tanto da portare a ritenere la stessa consistenza patrimoniale sovrastimata’.
Ragioni che sono state vieppiù evidenziate in occasione del ricorso legate ‘alle procedure di pagamento rateale previste dal vigente ordinamento tributario nonché dalla disciplina federale di riferimento’, analisi che però ‘non elide l’oggettività dell’inadempimento contestato con la richiamata nota che trae origine dalla pacifica evidenza che i pertinenti debiti fiscali non potevano essere considerati oggetto di rituale adempimento rateale alla data di riferimento presente nel manuale delle licenze nazionali’.
Di qui, perciò, la decisione stessa del consiglio federale di non dare l’avallo all’iscrizione.
Dalla sua, il Campobasso – nella comunicazione ufficale su Facebook – ha rilevato di certezze ‘non scalfite, ma acuite perché la leggerezza con cui viene escluso un club sano per presunti (e di modesta entità) tributi scaduti diventerà una delle nostre armi principali’ con alleate ‘sia la forma che la sostanza’.
Il club torna a sottolinare come ‘i tributi sotto la lente della Covisoc si riferiscono a periodi in cui il club militava tra i dilettanti, peraltro in pieno periodo Covid, e quindi regolati in maniera diversa rispetto a ciò che si chiede a una società professionistica. Da qui la scelta, che un’azienda può legittimamente fare, di attendere le relative cartelle esattoriali, soprattutto durante una pandemia. Quando la Figc ha diramato le regole per l’ottenimento della Licenza Nazionale il Campobasso era in una strada senza uscita: gli avvisi bonari ricevuti in serie D erano scaduti, ma non erano stati ancora iscritti a ruolo. Di fronte a questo il Campobasso non è certo rimasto inerme. Pur non potendo forzare le tempistiche di iscrizione a ruolo o poter addirittura tornare indietro nel tempo, ha spontaneamente attivato, in linea con le scadenze Figc, una procedura di pagamento pienamente riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate con un documento ufficiale’, attestazione ‘stranamente ignorata dagli organi federali’.
Poi, sul punto di eventuali sofferenze economiche, l’ulteriore risposta: ‘Solo in Lega, dove – scrive il club – peraltro abbiamo attualmente depositate fidejussioni per 450 mila euro, abbiamo crediti tre volte maggiori rispetto a questo presunto debito scaduto con il fisco’.
Di qui la sintesi. ‘Non abbiamo dubbi: ne usciremo, insieme, più forti. E pronti a tornare ad abbracciarci quanto prima per i gol del Campobasso e a discutere di calcio giocato, non di questioni tributarie’.

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