«Rispetto e riservatezza in merito alla nostra vicenda processuale per non creare un clima poco sereno in vista dell’udienza del 25 agosto». Nei giorni scorsi la società del Campobasso ha fatto sentire la propria voce inviando una missiva sia ai vertici del calcio che alle sessanta società di Lega Pro. Un passaggio, quello appena letto, che è stato sottolineato all’indomani di alcune dichiarazioni del presidente Ghirelli che non sono apparse molto simpatiche. «Caro presidente Francesco Ghirelli chiedo a lei – scrive Raffaele De Francesco come amministratore delegato – in quanto rappresentante di questa Lega e soggetto terzo, il quale tutela S.S. Città di Campobasso s.r.l. quale associato, che si adoperi per garantire il rispetto e riservatezza in merito alla nostra vicenda processuale e affinché preservi la scrivente e le proprie consorelle da ogni attività, diretta o indiretta, che possa incidere sulla questione in esame e sugli animi delle consociate, creando un clima poco sereno in vista della Udienza del 25 agosto. Distinti saluti».
È chiaro che alcune battute fatte dal numero uno della serie C non sono andate giù. Come quella sulle ferie dei giudici, oppure quella in cui ha dichiarato che “le altre sessanta squadre sarebbero fesse perché hanno pagato”. È naturale che si è venuto a creare un grosso attrito e anche alcuni club non hanno avuto parole dolci: «Ci aspettavamo una maggiore solidarietà dagli altri club: ogni anno qualcuno è coinvolto in vicende analoghe e non per questo viene tacciato di essere un nemico delle competizioni. Quello che oggi tocca a noi, l’anno prossimo potrà toccare a qualsiasi altro club iscritto in Lega Pro. È doloroso e antipatico leggere e sentire che chiunque, tra dirigenti e addetti i lavori, si senta legittimato ad esprimere pareri e valutazioni sulla vicenda processuale del nostro club pur non conoscendone assolutamente i dettagli. Ciò non fa altro che contribuire a diffondere notizie che ingenerano un immotivato malcontento conseguente ad un evidente travisamento dei fatti» prosegue la lettera.
Aggiungiamo pure che la sospensiva del Consiglio di Stato di fatto pone il Campobasso tra le società aventi diritto alla C, per questo «chiede tutela sportiva per la propria posizione e per quella delle proprie consorelle, alle quali mai vorremmo augurare di passare quanto stiamo vivendo. È, infatti, umiliante dover continuamente assistere che soggetti affiliati alla nostra ‘famiglia’ continuino a esporre pareri e valutazioni negative nei confronti di una delle proprie associate sulla base di informazioni sommarie». Come noto, la Lega Pro ha deciso di spostare l’inizio del campionato al 4 settembre. Ma non è escluso che possa essere posticipato di un’altra settimana, considerando che nel caso in cui il Campobasso avesse ragione avrebbe 14 giorni per completare la preparazione e fare il mercato.

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