E’ dura, difficile da digerire, tosta come pane raffermo. Eppure, da qualche parte bisogna pur ricominciare. E allora, ci ha pensato Matt Rizzetta, l’italoamericano con l’amore per il calcio e per il Campobasso, a far continuare a rotolare il pallone sul rettangolo verde. Certo, bisognerà tornare a respirare l’aria dei campetti di provincia, in qualche caso polverosi. Ma la rinascita deve passare per la gavetta, c’è poco da fare. L’occasione per le presentazioni ufficiali ieri mattina, nella piacevole location del ‘Due di picche’ bistrot. Ed ecco i nuovissimi volti rossoblù: il project manager Ivano Maselli – che ha fatto da conduttore e se l’è cavata pure molto bene –, il direttore sportivo Pino De Filippis, il tecnico Pino Di Meo. Parole realistiche ma giustamente ottimistiche e cariche di un rinnovato entusiasmo, quello che deve fare da carburante per il motore dei Lupi. «Sono onorato di essere approdato qui – esordisce il ds di Vasto con un passato anche a Isernia e Termoli –. Una società importante, con un progetto ambizioso, una piazza di alto livello, con una tifoseria appassionata capace di portare 20mila persone allo stadio venti anni fa contro la Vastese, lo ricordo molto bene quel duello vinto alla fine contro il Taranto. Da brividi». Tempi ristrettissimi per costruire l’organico, ma i giocatori (quasi tutti) dicono sì: «Anche in Eccellenza Campobasso è una piazza che attira tutti, la conoscono gli addetti ai lavori e i calciatori. Ecco perché il lavoro è stato facilitato anche se ho dovuto concludere tredici operazioni in soli cinque giorni. La società mi supporta e mi sopporta. Mi lascio un tassello per l’attacco, un vero bomber di razza, lo aspetterò fino a lunedì, speriamo di chiudere. Sta riflettendo».
Arriva con qualche minuto di ritardo (giustificato) Pino Di Meo, voglioso come non mai di partire. Ha già diretto i primissimi allenamenti, anche se il cantiere è ancora aperto: «E’ un grande piacere stare qua. Io sono uno che cerca sempre il dialogo, ho entusiasmo, voglia di fare bene dopo due anni di inattività per motivi personali. Ringrazio molto la società chi mi dà la possibilità di allenare il Campobasso». Desiderio esaudito: «Negli anni passati ci sono andato vicino diverse volte, ora il matrimonio si è fatto e sono contento. Faremo di tutto per vincere e continuare a vincere, l’Eccellenza non è la categoria che compete a questa piazza, e neanche la D. Un po’ come quando il Bari è dovuto ripartire dalla serie D. Ma ora bisogna lottare e vincere».
L’allenatore si dichiara «un sanguigno, uno che ragiona molto di pancia, mi conoscete. Non sono un leccaculo, dico le cose in faccia». Di Meo adotterà un 4-3-3 spregiudicato ma compatto, sbarazzino e organizzato. «Non è stato facile mettere su una squadra in così poco tempo ma il direttore mi conosce e con lui siamo sicuri di fare bene, è in gamba a costruire squadre per vincere. Dobbiamo restare tutti uniti, dalla società alla stampa ai tifosi. Devo dire che è bello sentire il presidente dall’America, una persona eccezionale».

FdS

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.