Un sole cocente e abbronzante ha salutato ieri, nel primo pomeriggio, l’intitolazione commerciale dello stadio di Selvapiana a cui sarà affiancata la dicitura “Avicor Stadium”, come campeggia sulla facciata principale. Nel capoluogo erano presenti il vicepresidente Nicola Cirrincione e il fondatore dell’Avicor, importante azienda edile canadese, Aldo Vicenzo. Quest’ultimo è molisano a tutti gli effetti, avendo origini di Sepino: «Da piccolo mia mamma mi insegnò il dialetto sepinese e so anche molto campuascian – dice subito –. Per me è un onore essere qui e farò di tutto per regalare ai tifosi tante soddisfazioni». E poi il modo in cui ha deciso di far parte dei Lupi: «Io ringrazio Matt Rizzetta e Nicola Cirrincione che mi hanno dato l’opportunità di essere parte della famiglia, l’accordo è stato preso davvero in cinque minuti. Sono orgoglioso di essere qui, so che il Campobasso ha molti tifosi. Noi siamo qui per voi, grazie e forza Lupi».
«Con Aldo Vicenzo tutto è stato molto facile ed entusiasmante – aggiunge subito Cirrincione -. Ha accettato il nostro progetto immediatamente, ne siamo felici. Noi già dallo scorso anno stiamo cercando partner per rendere il Campobasso sempre più forte. Stiamo facendo di tutto per riportare questa piazza dove merita. Stiamo programmando a lungo termine, nei prossimi anni faremo belle cose. Siamo in ottimi rapporti con il Comune, prossimi due anni ci sarà qualcosa di veramente interessante, anche e soprattutto per i bambini». Domenica c’è la sfida di Coppa Italia contro il Termoli: «Per noi è il primo vero derby. Ci teniamo tanto, la sentiamo tutti, vogliamo vincere e faremo di tutto per farlo».
Queste le parole del presidente della Figc Molise, Piero Di Cristinzi: «La ricostruzione del Campobasso credo che passi anche da questo tassello, importantissimo, garantito da un molisano doc come Aldo Vicenzo, quasi di Campobasso essendo di Sepino. A nome di tutto il calcio molisano io lo ringrazio per l’impegno che sta prendendo. Abbiamo avuto una grossa opportunità legata a uno stadio che purtroppo per diversi motivi non è stato mai utilizzato in quella che può essere la sua efficienza e per quello che può dare al calcio molisano. Con l’avvento della società di Rizzetta si sta cercando di fare un progetto veramente importante, di qualità, che vada avanti nel tempo. La gestione dello stadio è importantissima anche per noi come Federazione. Dopo il 2003, quando qui si giocò Italia-Irlanda del Nord, non ci sono state più opportunità di poter ospitare della Nazionale. Lo stadio non ha avuto mai un percorso facile, è stato abbandonato, poi il risveglio, altra caduta e finalmente rivediamo il futuro. Ho sentito proprio in queste ore Vladocic che è il responsabile di Club Italia per rispolverare un progetto che avevamo tre-quattro anni fa. sappiamo che gli stadi devono essere a normativa Uefa e credo che non ci siano problemi da questo punto di vista. Vorremmo ospitare già in autunno qualche gara delle Nazionali, under 20, 21 magari o la Femminile aspettando altre opportunità. Per questo ringrazio di cuore Vicenzo e l’intera società. Abbiamo bisogno di persone come lei, grazie e benvenuto tra noi».
Il presidente del Coni Vincenzo D’Angelo: «Siamo contentissimi di averla tra noi, è tornato a casa viste le origini. Questo campo in tanti l’abbiamo visto sorgere, l’abbiamo aspettato, vissuto nella gara d’inaugurazione davanti a 30-40mila spettatori. Un grazie alla società, allo staff, speriamo che il Campobasso possa tornare nel calcio professionistico».
L’assessore Simone Cretella: «Questa è una grande famiglia rossoblù che trova l’elemento d’unione nel nostro stadio. Abbiamo vissuto alti e bassi del calcio campobassano ma devo dire che questa fase positiva è tutta merito della società del presidente Rizzetta con cui è stata stipulata la convenzione per la gestione ordinaria. Nell’ambito di questo ben vengano iniziative come questa di intitolare lo stadio per motivi commerciali. L’amministrazione ha investito molto per la ristrutturazione, speriamo che arriveremo a non avere posti sufficienti per l’afflusso di pubblico, questo è l’auspicio».

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