Luci, ombre, ripartenza, voglia di risalire. Se non ci fossero stati problemi, mister Mosconi sarebbe ancora in panchina. Sarebbe stato impensabile, con un colpo di spugna, cancellare i difetti che si erano visti nelle prime giornate di campionato. Ma Rosario Pergolizzi è partito bene, e già questo è un merito per lavorare con un pizzico in più di serenità. Pacato ma rigoroso, consapevole e sincero, carico e realista. Il nuovo tecnico ha analizzato con estrema lucidità e schiettezza la situazione del Campobasso fotografandone pregi e difetti e indicando una via unica e obbligatoria: il lavoro quotidiano. I gol di Di Nardo e Lombari devono essere lo stimolo per crescere e per restare aggrappati al treno delle migliori. La vetta è a quattro punti e fatta eccezione per il Chieti, capace di capitalizzare al massimo le cinque reti realizzate e lo zero nella casella di quelle incassate, le altre lasciano per strada qualcosa.
Cosa va. Fin dalle prime battute, i Lupi sono apparsi concentrati, volitivi e aggressivi sui portatori di palla avversari. E il gol iniziale, davvero molto bello confezionato sull’asse Abonckelet-Di Nardo, ha agevolato il compito: rintuzzare e cercare di colpire negli spazi. Bene per mezz’ora, anche a livello di trame e di ricerca, se possibile, del raddoppio. Che era anche arrivato con Gonzalez ma è stato annullato per un fallo commesso da Ricamato. Nel secondo troncone di partita, con i metri che mano mano venivano risucchiati dai marchigiani, i rossoblù hanno sofferto ma restando compatti, non sfilacciati o confusionari. La voglia di portare a casa il risultato era veramente tanta. Lo stesso Pergolizzi ha voluto sottolineare che «bisogna acquisire alcuni concetti e mi fa piacere che siamo stati bravi in fase difensiva. Mi è piaciuto il carattere, oltre naturalmente al risultato che ci permette di lavorare con maggiore tranquillità».
Cosa non va. Come detto, la squadra ha retto bene per trenta minuti. Poi il calo, dovuto – stando a quanto visto dall’esterno – sia a un fattore strettamente fisico che mentale. Nel primo caso, l’impressione è stata confermata anche dal mister: «Ho notato un calo fisico nella seconda parte, soprattutto in qualche giovane. Questo mi preoccupa». Dunque bisognerà concentrarsi sulla preparazione che è stata evidentemente insufficiente. È subentrato anche un pizzico di paura di fronte al possibile pareggio, sventato, della Vigor. Ecco perché nel complesso l’ex trainer del Palermo spiega che «abbiamo vinto ma c’è tanto da lavorare. I risultati dagli altri campi ci dicono che dobbiamo restare sereni, senza esaltarci e senza deprimerci. Il gioco, ad essere sinceri, non mi è piaciuto ma su questo lavoreremo».
Parlando di moduli, si è partiti col 3-5-2 affidandosi sulle fasce a due under che di mestiere fanno altro: Tordella, centrocampista, si è adattato a destra e poi a sinistra, Pontillo ha fatto lo stesso. Le assenze dei vari Mengani, Tarcinale e Vitale hanno costretto a scelte obbligate. Nella ripresa la difesa in fase di marcatura era spesso a quattro: «Ho iniziato così per passare poi al 4-3-1-2 ma con l’uscita di Abonckelet ho varato per il 4-4-2 – conclude Pergolizzi – con cui abbiamo terminato la gara. Io vorrei che la squadra interpretasse le cose in questa maniera e devo dire che tutti si sono messi a disposizione».
Intanto si è già al lavoro per preparare il match di Coppa Italia. Domani alle 15, per i 32esimi di finale, il Campobasso sfiderà in trasferta il Notaresco. Ricordiamo che il team del capoluogo ha eliminato il Termoli e il Vastogirardi con i risultati di 2-1 e di 3-0. Un match in cui l’allenatore potrà conoscere più da vicino anche chi non ha visto all’opera domenica.

fds

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