Prima parte di stagione da titolare inamovibile, una specie di sentenza sui calci d’angolo in un particolare momento del campionato in cui ha deciso diverse partite grazie alla sua prestanza fisica in area. Manuel Gonzalez è stato certamente uno degli elementi su cui è stata costruita la promozione in serie C del Campobasso. Nel girone di ritorno ha ritrovato più spazio a seguito dell’infortunio di Leonardo Nonni, risultando decisivo tra l’altro a Chieti, nel match che ha di fatto confezionato il salto di categoria. Il difensore argentino non si scompone, come nel suo stile, parlando di «un anno tutto da ricordare, ci sono stati tantissimi episodi che sono stati bellissimi e penso che abbiamo raggiunto tutti insieme l’obiettivo, gruppo, società, staff, collaboratori e soprattutto i tifosi».
Quando vi siete resi conto che eravate davvero forti e si poteva provare a vincere questa serie D?
«Già tra dicembre e gennaio ci siamo resi conto che arrivavamo alle partite e ci sentivamo più forti degli altri. È stato un anno intenso, con una partenza difficile, cambi di giocatori, anche di staff, ci siamo adattati bene e siamo riusciti a centrare l’impresa».
Cosa le rimane di questa esperienza nel capoluogo?
«Un’esperienza stupenda. Personalmente, l’ho detto prima di iniziare, l’obiettivo era dare il massimo per vincere il campionato. Questo ho fatto, al di là di quanto abbia giocato ho sempre cercato di dare tutto me stesso. Le prestazioni, i gol, vengono da soli ma a questo punto della carriera mi interessava fino a un certo punto: tenevo al fatto che la gente potesse dire che Gonzalez ha dato il massimo che aveva per vincere il campionato».
Siete in semifinale di Poule scudetto: si dice che l’appetito vien mangiando…
«Arrivati a questo punto vorremmo provare ad arrivare fino in fondo. Siamo in semifinale, una bella sfida con la Cavese tutta da giocare, cercheremo di portarla a casa».
Le piacerebbe restare? Ha già parlato con la società?
«Deve finire la stagione, poi si parlerà. Mi farebbe piacere restare, certo, è stato tutto bellissimo qui e con la mia famiglia sono stato benissimo. Le porte sono aperte per parlare».

fds

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