di Mario Colalillo

Segna sempre lui, Daniele Morante. Tra un po’ inizieranno a cantarlo anche dalla curva, magari quando i gradoni intitolati alla memoria di Michele Scorrano torneranno (si spera) a popolarsi. Il successo è però del collettivo. Il Campobasso doma l’Hinterreggio e ottiene il massimo da un esordio complicato. Il bomber fa ancora la parte del leone e giunge a quattro timbri in tre uscite ufficiali. Il gruppo soffre ma regge l’arrembaggio iniziale dei calabresi, poi tiene gli avversari lontani dalla porta evitando assalti (e apprensioni) al tramonto della partita. Si temeva un calo fisico dopo quanto visto mercoledì, invece le gambe hanno supportato gli impulsi provenienti dalla mente e dal cuore. Non era semplice, nel secondo tempo, spegnere i focolai di ansia generati dal penalty di Khoris, un peperino che dopo l’intervallo si è spostato a destra e che Imbimbo ha poi limitato con l’intuizione di dirottargli addosso Modica una volta constatato il singhiozzo di Esposito. Il Campobasso ha vinto con intelligenza – un po’ come ad Aversa – stringendo i denti al momento opportuno e colpendo con freddezza. Di fronte, vale la pena sottolinearlo, non c’era una matricola qualunque. L’Hinterreggio, reduce dal bottino pieno in Coppa Italia, ha scommesso sulla continuità tecnica e ha perciò sfoggiato sincronismi più oliati rispetto a un Campobasso che ha confermato appena tre undicesimi. La differenza di brillantezza si è vista in avvio, acuita peraltro dal ritardo di condizione dei rossoblù, ma i valori di un Lupo che continua a piacere sono venuti fuori nel risultato finale. Gli assetti – Alla lettura delle formazioni c’è una sola novità nell’undici che Imbimbo ha assemblato nel precampionato. Rais parte della panchina in quanto sulla mediana gli viene preferito Di Libero. Modica, in dubbio fino all’ultimo per qualche acciacco accusato alla vigilia, è invece al suo posto sulla destra. Le altre caselle del 4-3-3 rossoblù sono quelle attese. L’Hinterreggio si contrappone con il 4-3- 2-1, meglio conosciuto come sistema di gioco ad Albero di Natale. Khoris si distingue come centravanti. I calabresi pressano e giocano a memoria. Il Campobasso fatica a contenere l’intraprendenza dei dirimpettai. La fase di studio conduce a un nulla di fatto. Poi i rossoblù sono sempre presenti, ma è la squadra di Di Maria a prendere le redini. Che sofferenza – Figliomeni (13’) legittima l’iniziale supremazia reggina con una stoccata dalla sinistra che esce non di molto alla destra di Cattenari. I brividi aumentano quando Khoris raccoglie uno spiovente dalla destra e tenta un piattone proprio davanti alla porta rossoblù. Il Romagnoli trattiene il fiato fin quando il cuoio non rotola sul fondo. Il break del Campobasso viene griffato da D’Allocco. Il centrocampista, un po’ in affanno rispetto alle precedenti uscite, individua il varco per la sassata. Mengoni si accartoccia e allontana il pericolo. Dicevamo, però, dei pericoli creati dagli ospiti. Su un angolo dalla destra c’è un’uscita incerta da parte di Cattenari. Il portiere scuola Pescara sbaglia il tempo dell’intervento e cicca il pallone. Khoris scaglia sulla traversa: il legno vibra e il Campobasso si salva. Misure prese – Il sospiro di sollievo tranquillizza i rossoblù. Nel momento in teoria più complicato la squadra di casa riesce ad assumere il controllo delle operazioni. Il modo è semplice: il Lupo si accontenta prima di anestetizzare il confronto. Poi, quando l’Hinterreggio non se l’aspetta, ci sono i due morsi che disorientano gli avversari. Il vantaggio lo ispira Konate. L’ex Fondi entra in rotta di collisione in piena area con Franceschini. Il fischietto teramano Di Martino è a due passi e indica il dischetto. Fredda, tesa e centrale l’esecuzione di Morante. Mengoni battezza il lato destro e consente al bomber rossoblù di imbastire la doppietta (37’). Già, perché il numero nove non è certo sazio. Cinque giri di lancette e il punteggio è già sul 2-0. D’Allocco ispira dalla bandierina d’angolo. Al centro Boi va al colpo di testa. Il pallone schizza dalle parti di Morante che, sotto misura, indovina la deviazione. La reazione ospite? Prima dell’intervallo Aliperta spara da fuori, Cattenari disinnesca. Tutto qua. Gara riaperta – Di Maria tira fuori dal borsone la lavagna degli schemi e approfitta dell’intervallo per variare il disegno dell’Hinterreggio. Il trainer ex Messina si mette a specchio. Broso fa da boa mentre la novità più significativa è lo spostamento di Khoris a destra nel tridente offensivo. Esposito vede spuntarlo da ogni varco e fatica a contenerlo. Il terzino rossoblù commette il fallo da rigore che rimette tutto in discussione. Khoris (sempre lui!) lancia in profondità Cutrupi che si sovrappone e penetra. Il numero tre del Campobasso allarga il braccio quel tanto che basta. L’avversario va giù e l’arb i t r o pareggia il conto dei penalty. Dagli undici metri Khoris spiazza Cattenari. Resistenza molisana – Per la squadra locale c’è un attimo di esitazione. Gli spettri di mercoledì aleggiano su Selvapiana. Imbimbo passa al 4-2-3-1, dirotta Modica a mordere le caviglie di Khoris, sposta Esposito più avanti dove ha meno responsabilità e inserisce Rais come trequartista sacrificando Sciarra. La mossa porta gli effetti sperati. L’Hinterreggio non riesce più a sfondare. Il Campobasso lascia scorrere i minuti sul cronometro. Anzilotti ci prova da fuori (64’), ma il destro è altissimo. Il Lupo rischia su un errato colpo di testa all’indietro di Forgione su azione d’angolo ed è Cattenari a metterci una pezza (69’). Chi si aspetta un arrembaggio finale resta – per fortuna – deluso. L’Hinterreggio si rivede soltanto a tempo scaduto con Khoris, al quale non viene però concesso un angolo utile per il tiro. Fosforo e lucidità sono le armi in più del Campobasso. Gioia rossoblù – L’abbraccio in sala stampa tra il presidente Ferruccio Capone e il direttore sportivo Gianfranco Multineddu è una delle istantanee più belle del pomeriggio. I calciatori si prendono per mano e vanno sotto la curva a raccogliere l’abbraccio di un pubblico che supera di poco le 500 unità ma che ha incitato la squadra per novanta minuti. Per ora può bastare. Dal campo le risposte stanno arrivando puntuali. È un Campobasso che sembra avere le carte in regola per una stagione soddisfacente. Avanti così.

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