Sedici secondi. È questa la soglia oltre il tempo limite concesso che fa finire all’undicesima tappa, la Collecchio-Savona, l’avventura al Giro d’Italia 2014 di Davide Appollonio.

Lo sprinter isernino, infatti, sbaglia i conti e, dopo aver corso di fatto 200 km da solo riprendendo e superando sul finale Ruffoni (dosando male gli sforzi sul primo Gpm di giornata il Cento Croci), giunge sconsolato ed amareggiato sul traguardo della seconda frazione più lunga del Giro (249 km) chiudendo qui la sua quarta avventura nella corsa rosa (l’unica finita è quella del 2013, l’anno scorso, con un ultimo posto finale, e la maglia nera).

“C’è amarezza ora – afferma a sera, prima di postare sul suo profilo Twitter un ironico cinguettio in inglese con tanto di pollice in alto – perché ho fatto male i conti. Dovevo dosare meglio le energie, ma alla fine si sono sentiti gli sforzi delle prime dieci tappe, il maltempo preso ed anche la botta di ieri”.

Riferimento alla maxicaduta ai -650 metri dal traguardo di Salsomaggiore generata da Farrar che l’aveva portato a finire sulla schiena di Elia Viviani (cui ha chiesto scusa tramite Twitter, con un’accusa velata allo stesso corridore statunitense) e a restare a terra.

Davide Appollonio

Appollonio sconsolato al traguardo

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