Né Salvini né Renzi. Il Partito comunista dei lavoratori, in occasione della mobilitazione per il 60° dei Trattati di Roma, propone una «risposta diversa alla questione cruciale dell’Europa».
Perché, dice il coordinatore molisano Di Clemente, «l’alternativa non è tra euro o lira ma tra lavoratori e capitalisti, tra la conservazione dell’attuale Europa capitalista e la costruzione di un’Europa socialista». Dalla Grecia alle lotte dei lavoratori e giovani francesi, lo spazio secondo il Pcl c’è.
«Ma bisogna costruire, anche dal Molise, una direzione politica rivoluzionaria del movimento operaio, da portare su scala europea, che sappia mettere le rivendicazioni transitorie al centro dell’agenda, a partire – elenca Tiziano Di Clemente – dalla cancellazione del debito pubblico usuraio verso i banchieri per recuperare risorse da destinare ai servizi per la collettività (sanità, ambiente, previdenza, beni culturali) e ad un piano straordinario di occupazione per opere e servizi di cui v’è bisogno, da un sistema bancario e produttivo da espropriare e porre sotto il controllo dei lavoratori per un piano di azzeramento della disoccupazione e di produzione funzionale alle esigenze della società e di estensione dei diritti sociali e civili, ponendo le basi per un governo dei lavoratori degli Stati uniti socialisti d’Europa».

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