Non c’è solo l’addio, avvenuto ormai da 3 giorni, del procuratore capo Ludovico Carrai. Negli ultimi tempi, a parte l’arrivo del nuovo presidente del tribunale Michele Russo, il palazzo di giustizia di Larino è sembrato un albergo con la porta girevole. Sono andati via giudici e pm, vedi Cappitelli e Carrai, è stata soppressa con la partenza di quest’ultimo anche la casella del terzo “sostituto” a Larino.
Senza considerare, anche il pensionamento dell’ex presidente Enzo Turco. Pochi giorni fa anche il Pm applicato dalla Dda di Campobasso, Luca Venturi, ha salutato colleghi e avvocati. Ieri, è stata la volta del giudice Maria Paola Vezzi, una colonna del tribunale di Larino, nelle funzioni di giudice, monocratico e di collegio, gup e gip. La Vezzi è stata trasferita con decisione del plenum del Csm del 20 settembre scorso al tribunale per i minorenni di Campobasso, città dove è nata 44 anni fa. Venne a Larino (sobbarcandosi anche per 3 anni la sede distaccata di Termoli) nell’autunno del 2010, a seguito del decreto ministeriale del 31 agosto 2010, che la trasferiva come magistrato ordinario di prima valutazione di professionalità, da magistrato di sorveglianza dell’Ufficio di Sorveglianza di Nuoro, a sua domanda, al Tribunale di Larino con funzioni di giudice. Oggi sarà l’ultimo giorno di lavoro e affronterà gli interrogatori di garanzia dei due arrestati bassomolisani dell’operazione Green Energy, il 60enne di Portocannone e il 40enne di Termoli, acciuffati dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Campobasso proprio su sua ordinanza per reati attinenti lo spaccio di droga.
Nel corso degli anni si è distinta sul lato professionale per la preparazione, la dedizione e l’attaccamento al lavoro, da vera stakanovista; mentre su quello umano i modi riservati, oltre che per la correttezza ed educazione ne hanno contraddistinto i rapporti con colleghi, personale di cancelleria e avvocati. Al giudice Vezzi l’in bocca al lupo per il nuovo e delicato ruolo che andrà a ricoprire a Campobasso.

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