Mi riferisco alla processione dei santi martiri Nicandro, Marciano e Daria a Venafro.

Anche quest’anno 19 u.s. , come succede da sempre, prima della processione si è svolto il solito e ridicolo rito dell’asta per portare le statue in spalla lungo le vie della città. Io personalmente aldilà della tradizione, alla quale si aggrappa come giustificazione il Presidente del comitato festa, mi sento profondamente indignato e rattristato per un qualcosa che contraddice pienamente lo spirito della processione e che non testimonia una vera devozione, ma piuttosto tende ad evidenziare una forza economica che si contrappone ad un’altra per superarla. E’ il contrario di quello spirito di accoglienza e di partecipazione comunitaria che deve essere proprio di una processione religiosa. La festa non è da considerare come la visita dell’immagine del santo alla casa dei devoti, ma piuttosto la testimonianza delle fede di un popolo che cammina insieme, che cammina nelle situazioni della vita del mondo seguendo l’esempio dei Santi martiri per vivere in unione con  Cristo e nella luce del suo Vangelo. Nulla di tutto ciò, a Venafro la devozione di taluni, fortunatamente pochi, si esprime acquistando con danaro contante una specie di diritto e mostrando una possibilità economica che altri, forse, non hanno o come me sono assolutamente indifferenti a tutto questo stupido apparire.

Sarebbe molto più positiva la prassi che affida il portare le statue ad un numero di fedeli che anno per anno ne facciano richiesta al comitato. Ai pochi e soliti amanti dell’apparire consiglio di liberarsi dalla tentazione di pensare che la fede, o che la salvezza sia una questione di danaro.

Nunzio Zullo

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