I tempi in cui chiedeva “chiamatemi dottore e non generale” sembrano lontani. Ad Angelo Giustini probabilmente non sfugge che l’esito del tavolo tecnico di giovedì e soprattutto le sue conseguenze – aumento di Irpef e Irap, dopo che nel 2017 l’ex commissario Frattura aveva ritoccato al ribasso le aliquote perché il bilancio era in pareggio, e blocco delle assunzioni quando sempre nel 2017 e sempre per i conti in pari l’Asrem ha potuto avviare le procedure di stabilizzazione e mobilità – rischiano di azzerare il credito che i molisani hanno di fatto riconosciuto a chi è arrivato da pochi mesi a gestire il piano di rientro. Dopo averlo commentato nelle poche dichiarazioni rilasciate alla stampa a margine della riunione a Roma, lo ha scritto nero su bianco: il giudizio negativo sui conti riguarda gli anni passati. La sua gestione non c’entra nulla. Dichiarazioni che faranno discutere. E che, detta tutta, non rendono giustizia al lavoro delle strutture regionali e dell’azienda sanitaria che concretamente hanno attuato in questi anni il piano di rientro.
Un danno collaterale, come si direbbe proprio in strategia militare, che di sicuro Giustini non avrà voluto provocare. Sembra però innegabile che il livello e il tono del dibattito, la polemica continua ormai con il governatore Toma – che ha dichiarato che vuole leggere dal verbale come Giustini e la sub Grossi hanno risposto alle eccezioni dei tecnici del tavolo Adduce – sono elementi che hanno avuto un ruolo nella nota che il commissario ha inviato ieri. E che è firmata, appunto, “generale dottore Angelo Giustini”.
«Al tavolo tecnico ministeriale – così il commissario – la disamina ha riguardato la situazione della sanità molisana degli ultimi dieci anni di commissariamento, ma in particolare il Pos 2016/2018, oltre ad un vuoto (assoluto) gestionale da giugno a dicembre 2018. Pertanto, le conseguenze di qualsivoglia provvedimento, successivo al tavolo tecnico dello scorso 11 aprile 2019, non sono ovviamente da imputare all’attuale struttura commissariale, che si è insediata il 27 dicembre 2018. Le criticità che sono emerse, durante il tavolo tecnico, hanno riguardato una gestione sanitaria degli anni passati troppo discostata dai parametri della ragionevolezza sanitaria in senso lato. Pertanto, la valutazione della documentazione tecnica, inerente al Ministero delle Finanze, ha avuto un parere negativo con tutte le conseguenze del caso».
Due i rilievi, in particolare: il mancato trasferimento dal conto della Regione a quello della Gsa di una tranche da 7 milioni (o forse 5) della fiscalità locale e una quota di prestazioni erogate dai privati extra budget da circa 17 milioni: 15 quelli dei due grandi centri convenzionati con Regione, quindi Neuromed e Cattolica, e 2,5 delle strutture controllate da Asrem. Mancano le note di credito, l’impegno dei privati a produrle non basta. Quindi, per il tavolo tecnico il bilancio sanitario del Molise è ancora in rosso per oltre 20 milioni.
«Stiamo lavorando alacremente, tra tante difficoltà, passate e presenti – spiega il commissario Giustini – per restituire ai molisani la dignità’ che meritano in ambito sanitario. Strutture e servizi efficienti e di qualità, questi i nostri obiettivi».
E spiega anche che gli avvisi dell’azienda da lui autorizzati per il reclutamento di medici pensionati sono fermi «fino a quando il problema non lo scioglierà sotto il profilo normativo il ministero della Funzione Pubblica». La scelta, comunque rivendica, è stata fatta «solo in seguito a concorsi e/o avvisi pubblici andati deserti, oppure per presenze minimali rispetto ai bisogni reali. Si è proceduto, dunque, in tal senso, per evitare, che si venissero a creare, nel presente e nell’immediato futuro, situazioni “allarmanti” a danno dei cittadini, ma sempre dopo aver soddisfatto tutti i criteri di norma, riferiti alla circolare della legge Madia e sempre dopo aver constatato la non presenza di giovani leve in tale ambito». L’idea è stata replicata da Veneto e Friuli. Al Molise, però, è arrivato il disco rosso perché la Regione è commissariata e senza l’ok dei Ministeri affiancanti non può decidere, a questo punto, nulla.

r.i.

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