Cresce la preoccupazione fra gli allevatori molisani di maiali per il rischio di diffusione della peste suina. Sono i cinghiali il principale veicolo di diffusione del virus e un ungulato affetto dalla cosiddetta ‘Psa’ è stato individuato in provincia di Roma.
La peste suina, sottolinea Coldiretti Molise, non rappresenta un pericolo per gli esseri umani ma, in caso di sua diffusione, si abbatterebbe come uno tsunami sull’intero comparto suinicolo; basterebbe infatti, un solo caso in stalla per costringere l’allevatore all’abbattimento di tutti i capi. Un danno economico incalcolabile che metterebbe a rischio migliaia di aziende. La norcineria nazionale è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy e dà lavoro a circa 100mila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi.
Il problema, afferma il direttore regionale di Coldiretti Aniello Ascolese «andrebbe risolto a monte, ovvero abbassando drasticamente il numero di cinghiali sul territorio, che in Molise ha ampiamente superato il numero delle 40mila unità. Un vero e proprio flagello per l’agricoltura – prosegue – visto che a causa di questi animali, che scorazzano incontrastati sull’intero territorio, distruggendo ogni coltura e provocando sempre più spesso anche gravi incidenti stradali, gli imprenditori agricoli non riescono nemmeno più a produrre quanto serve per l’alimentazione dei capi. Una vera e propria emergenza che potrà essere affrontate efficacemente – conclude Ascolese – come più volte da noi richiesto, solo con la modifica della Legge 157/92 sulla fauna selvatica».

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