«Non ci muoveremo fin quando non vedremo sul nostro conto la somma pari a tutte le mensilità arretrate. Non chiediamo il “contentino”, il gioco non funziona più. Non è la prima volta che la proprietà gioca alle tre carte: te ne danno una ma ne avanzi tre. Te ne danno mezza e ne avanzi due».
I lavoratori del Carsic di Venafro non mollano. Continuano a garantire un picchetto davanti ai cancelli dell’istituto di riabilitazione di corso Garibaldi, ieri pomeriggio presidiato pure da una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Venafro. Nemmeno la notizia del saldo della mensilità di marzo, che dovrebbe avvenire lunedì 30 maggio, ha cambiato il quadro della situazione. Infatti, con un comunicato affisso all’albo sindacale della sede, la proprietà ieri pomeriggio ha annunciato il pagamento di una nuova mensilità, che sarebbe – appunto – quella di marzo.
I lavoratori, secondo quanto riferiscono, sono tuttavia in credito di tre stipendi, se si conta anche quello di maggio oramai in scadenza.
«Se entro il prossimo 12 giugno non riceveremo tutti gli arretrati maturati, continueremo la nostra protesta e andremo fino in fondo. La situazione, che si trascina da anni senza soluzione di continuità, è diventata insostenibile: intere famiglie che vivono di stipendio e che fanno fatica ad accedere ad una finanziaria, ad accendere un mutuo o a comprare una nuova automobile. Non ci interessano le regioni della proprietà: se non è in grado di garantire i livelli occupazionali, si faccia da parte. Per quanto ci è dato sapere, la Regione paga regolarmente la sua quota. Il Comune di Venafro, invece, dovrebbe fare di più: anche in questa occasione gli amministratori sono rimasti in silenzio. Questi sono i fatti. Tutto il resto solo polemiche inutili. Noi non ce la facciamo più a sostenere le spese. E nonostante le difficoltà abbiamo sempre garantito i turni perché al primo posto tra le priorità ci sono gli ospiti della struttura. Stiamo garantendo il presidio senza creare alcun disagio. Una cosa è certa: non molleremo, a costo di arrivare a forme di proteste anche più plateali».
Questa la posizione dei lavoratori del Carsic. Lo scorso 24 maggio – secondo quanto riferiscono gli stessi – la proprietà ha incontrato i sindacati. Nel corso del vertice è stata illustrata la situazione dei conti dell’istituto. Conti in grossa sofferenza, anche per via delle rette di degenza non sufficienti a garantire l’equilibrio economico-finanziario.
Rimane inoltre inspiegabile la posizione del Comune di Venafro che non corrisponde la quota a suo carico, causando un mancato introito che supera il milione di euro.
«Vogliamo risposte dalla proprietà, dal presidente della giunta regionale e dal sindaco di Venafro – concludono i lavoratori –. Non possiamo farci carico di problemi che vanno ben oltre le nostre responsabilità: trovino loro un accordo su chi deve versare le quote, sul quantum, sulla competenza sanitaria e sulla competenza sociale. Di questioni meramente burocratiche non ne vogliamo sapere. Reclamiamo i nostri sacrosanti diritti di lavoratori che vogliono ricevere lo stipendio ogni mese. È un nostro diritto o no? Possiamo arrivare a fine mese senza preoccupazioni? Chi è causa di ciò probabilmente non ha idea di cosa significhi rimanere senza emolumenti soprattutto in un periodo triste come quello attuale: le bollette sono arrivate alle stelle e non possiamo correre il rischio, dopo aver regolarmente lavorato, di subire il distacco dell’elettricità. Ecco perché siamo qui, perché protestiamo: siamo stufi di essere trattati in questo modo».
Marco Fusco

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