Qatargate, spunta il nome del prof di origini molisane Salvino Salvaggio. Nelle ore in cui alla ex vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili veniva negata la scarcerazione, qualche giorno fa, l’agenzia Ansa ha acceso i riflettori sullo Stoa, Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia diretto da Kaili dal 2017 al 2022.
Secondo fonti interne all’Eurocamera la presidenza dello Stoa avrebbe dato «un’accelerazione improvvisa alla carriera (della deputata greca, ndr) ed un’esposizione maggiore alle lobby e molti nuovi contatti con gruppi di interesse, soprattutto tecnologici». Il comitato ha un “advisory board” di scienziati tra cui spicca il nome di Salvino Salvaggio (che ha origini materne a Guglionesi), direttore esecutivo dell’Università Hamad Bin Khalifa e del Qatar Fund. Secondo le fonti consultate dall’Ansa, la nomina di Salvaggio, entrato nell’advisory board di Stoa nel novembre 2020, fu «fortemente voluta dalla Kaili stessa». Salvaggio non era il solo esperto introdotto dalla Kaili.
Una ricostruzione con qualche passo avanti – fra le tante presenti sulla stampa nazionale e internazionale – l’ha proposta Il Giornale il 23 dicembre scorso. «Prende corpo il sospetto che la posta in gioco fosse ben più alta della risoluzione sui Mondiali di calcio, o della apertura dei confini del Vecchio Continente ai cittadini dell’Emirato. Gli agenti-lobbisti che operavano a Bruxelles per conto del regime di Doha dovevano avere in mente obiettivi più ambiziosi», si legge nell’articolo a firma di Luca Fazzo. Vale a dire la tecnologia al servizio della sicurezza. È proprio lo Stoa a far compiere il salto di qualità nella narrazione del Qatargate. «A portare Salvaggio nello Stoa fu proprio la Kaili. Che così piazzava in uno dei settori più delicati del Parlamento un uomo di fiducia dell’Emiro Tamim bin Hamad Al Thani. Nello Stoa non circolano ufficialmente grandi segreti. Ma è in seno al panel che è possibile allacciare contatti preziosi per capire le strade intraprese dalla tecnologia europea. A partire da quella dei 27 satelliti già sparati in orbita nell’ambito del progetto Galileo, cui altri sei sono destinati ad aggiungersi a breve».

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