La conferenza del Comitato promotore contro la soppressione della Corte d’Appello di Campobasso si è aperta con un messaggio di cordoglio alla Francia espresso dal presidente dell’Anm Di Giacomo. Al tavolo dei relatori, oltre allo stesso Di Giacomo, i deputati Leva e Venittelli, il senatore Ruta, il sindaco Battista, il presidente della Provincia De Matteis, il rettore Palmieri, l’eurodeputato Patriciello, i tre presidenti dei tre ordini molisani degli avvocati, il vicepresidente dell’ordine dei giornalisti Bertoni. Assente giustificato il senatore Di Giacomo; assente ingiustificata la Regione Molise.

Il senatore Ruta ha letto una nota del Comitato sempre inerente i fatti accaduti a Parigi. A seguire, l’intervento dell’avvocato Rivellino che ha definito “sciagurato il progetto di soppressione della Corte d’Appello. Le conseguenze sarebbero catastrofiche”. E, ancora, l’onorevole Leva che ha annunciato il suo voto contrario nell’ambito della Commissione giustizia: “Smantellare la presenza dello Stato sul territorio – ha detto – è un grande errore di prospettiva”. Il deputato ha spiegato che è necessario continuare nella mobilitazione. Poi l’invito al Comitato: “Chiediamo un incontro al ministro Orlando affinché garantisca almeno una Corte d’Appello per ogni regione”.

Nel frattempo ha fatto il suo ingresso nell’aula del tribunale dove si è svolta la conferenza, con più di mezzora di ritardo, il vicepresidente della Regione Michele Petraroia.

Per la Venittelli non basta opporsi, “è importante dialogare con il Pd per mediare e trovare una soluzione”.

Patriciello ha così sintetizzato: “Questa è l’anticamera dello scioglimento del Molise. Difendere l’istituzione sul piano campanilistico non serve. Facciamo capire al governo la posizione strategica del Molise. Quattro le regioni confinanti”. L’eurodeputato, assai pratico, ha fatto una disamina delle Corti d’Appello presenti in Puglia, Campania, Abruzzo e Lazio. “C’è una strategia che possiamo superare se capiamo nei territori limitrofi chi può aiutarci. Penso al Beneventano, al Sannio. Andiamo a Roma con una proposta unitaria, che comprenda magari anche la Capitanata. Territori legati molto più al Molise, come Vasto, San Salvo, Castel di Sangro: portarli con noi significherebbe raggiungere i numeri necessari”. Sostanzialmente d’accordo con il parlamentare il presidente Di Giacomo, che ha chiesto alla politica di muoversi in tal senso.

Pure Ruta si è detto d’accordo con Patriciello, seppur con qualche distinguo, in particolare sulla necessità di non perdere di vista l’obiettivo: una Corte d’Appello per ogni regione.

Anche il rettore dell’Unimol Palmieri si è detto convinto che sia in atto una strategia per smembrare la regione. “Bisogna lavorare insieme – ha detto il rettore – sotto il profilo culturale contro il convincimento che per ottenere i diritti bisogna essere rappresentati in massa. È un’ipocrisia sopprimere, ad ogni livello, pensando che così si risolvono i problemi”.

Petraroia ha aperto il suo intervento citando Sedati. Poi la disamina sulla necessità di conservare l’autonomia. Il vicepresidente ha ribadito la massima disponibilità della Regione.

Il presidente De Matteis ha ricordato l’Odg votato all’unanimità dal Consiglio provinciale e ha sostanzialmente sposato la tesi dell’eurodeputato di Venafro.

Battista ha ribadito il concetto di mantenere almeno una Corte d’Appello per ogni regione. “Non è un’esigenza dei magistrati ma della comunità. L’amministrazione comunale c’è!”.

L’avvocato Moscardino si è detto sostanzialmente d’accordo con quanto espresso da chi lo ha preceduto. L’avvocato D’Errico ha ribadito i concetti del rettore: uscire dalle logiche di mercato e puntare su discorsi culturali e sociali: “Prima di tutto i diritti dei cittadini”.

“La preoccupazione dei magistrati – ha chiuso i lavori il sostituto Nicola D’Angelo, segretario dell’Anm Molise – è sempre stata quella di far comprendere che non è una battaglia della categoria ma è una battaglia nell’interesse di questa terra. Questa è una regione che non cresce: un aspetto che mi impone delle riflessioni, non come magistrato ma come cittadino e figlio di questa terra. Penso ai miei figli, al loro futuro…”.

Poi le domande dei cronisti.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.