Stati generali dei piccoli comuni e delle aree interna a Castel del Giudice, centro pilota di un nuovo modo di  vivere nei paesi ormai a rischio spopolamento. Alla manifestazione, organizzata da Slow Food Italia in collaborazione con il Comune di Castel del Giudice (Isernia), hanno aderito ActionAid, Cittadinanzattiva, Anci, l’associazione Borghi Autentici d’Italia e l’associazione dei Comuni Virtuosi.

L’Assemblea dei sindaci e degli amministratori è un’articolazione degli Stati Generali delle Comunità dell’Appennino, il progetto, frutto dell’esperienza di Terra Madre, che Slow Food coordina dal 2013. Obiettivo di questo appuntamento era in particolare la promozione di una rete di sinergie tra amministratori dei comuni appenninici, chiamati ogni giorno ad affrontare tematiche comuni, dallo spopolamento alla riduzione dei servizi, dalla promozione di un’agricoltura e un allevamento con caratteristiche peculiari rispetto alla pianura alla lotta contro l’incuria dei territori e il dissesto idrogeologico.

La tutela del territorio è il primo tassello della prevenzione, un punto sul quale ha parlato anche il presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura, che rileva come «gran parte dei nostri legislatori hanno omologato il valore-Paese sulle aree metropolitane. Ma non si può pretendere che i cittadini rimangano nelle aree interne se non gli si assicura la qualità della vita».

Lino Gentile, sindaco del Comune di Castel del Giudice, riprende comunque l’appello a «liberarci dal vittimismo rinunciatario, come amministratori e sindaci. Siamo consapevoli che i piccoli comuni e le aree interne non sono al centro dell’agenda del Paese. Per questo dobbiamo creare da noi le opportunità, sfruttando nuovi modelli di sviluppo e nuove politiche sociali, anche nel campo dell’integrazione delle comunità straniere».

Castel del Giudice, uno degli esempi più virtuosi di rilancio del territorio nell’Appennino molisano, ha ospitato l’Assemblea dei sindaci e degli amministratori dopo l’edizione degli Stati Generali delle Comunità dell’Appennino dello scorso anno.

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