Conte stringe le maglie delle misure di contenimento. Il decreto varato dal Cdm ieri pomeriggio prevede multe fino a 3mila euro per chi non rispetta i divieti di circolazione (4mila se si è alla guida di un’auto) e le regole di distanziamento sociale imposte per l’epidemia coronavirus. Quindi si è detto «orgoglioso della reazione di tutti i cittadini, la maggioranza dei quali rispetta le regole». Il provvedimento prevede anche lo stop fino a 30 giorni per le attività commerciali che invece le eludono e la possibilità per i presidenti di Regione di emettere ordinanze più restrittive nei territori a maggiore circolazione del virus.
Serve un maggiore coordinamento: è la necessità che il presidente della Regione Donato Toma ha espresso a Primo Piano mentre era in corso a Roma la seduta del Cdm. Per esempio, al confine col Molise alcune amministrazioni comunali del Casertano hanno emanato ordinanze che ‘impediscono’ ai propri residenti di andare a Venafro e Pozzilli e vietano di entrare da quei due centri (dichiarati zona rossa per il cluster Neuromed). Cadono così le comprovate esigenze lavorative, che pure invece dalle norme nazionali sono salvaguardate. Toma su questi provvedimenti esprime dubbi di legittimità. Soprattutto, invita a «non perdere la testa, il vero pericolo ora è questo. L’uno contro l’altro, la caccia all’untore, tutti che si sentono strateghi: non possiamo perdere la testa. Noi abbiamo 136 Comuni, se ognuno volesse modulare le azioni sul proprio territorio sarebbe una situazione ingestibile. Al governo nazionale chiederò maggiore coordinamento».
Chiederà anche, lo ha anticipato nel tavolo permanente del Consiglio (che si svolge in videoconferenza), anzi insisterà nel chiedere di estendere lo screening diagnostico al personale sanitario. Sollecitato da più parti, politiche e sindacali, si dice d’accordo che gli operatori debbano avere un’attenzione particolare, anche se asintomatici. «Ma stiamo seguendo le linee dell’Iss. Insisterò comunque, per esempio è prioritario il tampone per gli operatori del 118 e per chi opera in corsia nei reparti covid, anche se munito di tutte le protezioni», spiega il governatore. Certo, insiste, il riscontro negativo non «deve creare una sicurezza pericolosa».
Asrem ha lavorato anche sulla ricostruzione della catena dei contagi fin qui riscontrati, riferisce Toma. «L’epidemia da noi non si è sviluppata negli ospedali, è principalmente importata. Per esempio, il medico di Termoli sarebbe stato infettato da una paziente di Montenero che era stata a Padova», dice il presidente in base all’indagine epidemiologica condotta. E poi, in settimana bianca in Trentino con numerose altre persone, a sua volta sarebbe stato il veicolo. Così per altri casi importati: l’universitario di rientro da Milano, un altro giovane campobassano da Bologna e così via.
Con il dg Asrem Oreste Florenzano, Toma illustra il bollettino e le azioni in itinere. Per esempio, dichiara, sono molti i sanitari che hanno risposto ai bandi emanati dall’azienda e in generale si sono candidati ad essere contrattualizzati: 52 infermieri libero professionali, 72 oss, 16 medici non specializzati, due specializzandi, 4 in pensione, 1 medico di malattie infettive e 2 anestesisti. «Le domande ci confortano, ne attendiamo altre ma da domani (oggi, ndr) cominceremo a contrattualizzare questi professionisti», così Toma. Il direttore di via Petrella, invece, dà una buona notizia: due persone hanno lasciato il Cardarelli e sono in isolamento domiciliare.
Infine l’appello ai molisani da parte del presidente dopo i ringraziamenti al personale sanitario: «Il contagio si può arginare solo se noi rispettiamo le regole».
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