Dopo il caso mediatico dell’Alberghiero senza cucine Agnone balzerà agli onori della cronaca nazionale e mondiale per un altro primato: l’ospedale senza medici. Nei prossimi mesi, infatti, una sorta di apocalisse pensionistica decimerà il personale dell’ospedale di Agnone che a quel punto sarà destinato alla chiusura per mancanza di personale minimo. Ma la soluzione c’è: reintegro in servizio, almeno per l’anno corrente, del personale medico e paramedico che andrà in pensione. Solo così sarà possibile mantenere in piedi, sia pure puntellato e traballante, l’ospedale “Caracciolo” di Agnone.
La ricetta arriva da don Francesco Martino, segretario nazionale del Coordinamento Italiano Sanità Aree Disagiate e Periferiche, e già cappellano ospedaliero proprio al “Caracciolo”. In attesa che le chiacchiere del ministro Provenzano si trasformino in fatti e atti concreti, passando per l’ennesimo inutile colloquio romano con il ministro “competente” Speranza, la situazione dell’ospedale di Agnone va ogni giorno degenerando. E nel medio e lungo periodo i problemi potranno soltanto aumentare. Li preannuncia, questi problemi, proprio il giornalista e sacerdote don Martino, che rilancia il tema della cronica carenza di personale, alibi dietro il quale si trincerano da sempre Asrem e Regione per certificare la morte del presidio ospedaliero montano.
«A fine febbraio 2020 l’unico anestesista rimasto in servizio al “Caracciolo” andrà in pensione – annuncia serafico don Martino -. Conseguenza: il residuale day surgery di chirurgia ed ortopedia che era assicurato verrà a cessare». Inevitabile, perché senza anestesista si posso al massimo schiacciare i brufoli in un ospedale.
«Nel corso dell’anno 2020, secondo voci interne, i due chirurghi residui dell’ex reparto di Chirurgia che attualmente garantiscono il pronto soccorso andranno in pensione – prosegue il prete-giornalista -. Conseguenza: a rischio anche il Pronto Soccorso. L’organico dei medici di nefrodialisi ad Isernia entro giugno, causa pensionamenti, perderà due unità, mentre già a Campobasso si è persa una unità per decesso improvviso». E magari toccherà proprio ad Agnone, come già avvenuto in passato, fornire a Isernia quel medico che verrà a mancare. Così sarà in difficoltà anche il reparto dialisi del “Caracciolo”. «Manca per il reparto di medicina un facente funzione di responsabile Uoc di Medicina. Conseguenza: immaginabile. – aggiunge don Francesco Martino – Nel reparto medicina è rimasto un solo medico, mentre ad Isernia andranno in pensione quest’anno ben tre medici di Medicina interna. Conseguenze immaginabili». Insomma, tempo pochi mesi e il “Caracciolo” di Agnone sarà completamente svuotato di professionalità, di medici, e balzerà alle cronache nazionali come il primo ospedale senza medici. Una prospettiva funesta, quella paventata dal don Martino, informatissimo sulle cessazioni dal servizio attivo dei vari medici e infermieri, che però si potrebbe scongiurare con un semplice espediente: «Soluzione al problema: in base a quanto detto nel corso del tavolo tecnico di novembre, si faccia in modo che gli organici dei dipendenti a tempo indeterminato che cessano dal servizio possano essere reintegrati nel 2020». Insomma, usare i pensionati, trattenendoli in servizio per evitare l’altrimenti inevitabile tracollo della struttura sanitaria dell’Alto Molise. Oltre a questa misura di semplice e rapida attuazione, il sacerdote, “ministro” della sanità della curia di Trivento, offre ai super tecnici Asrem e della Regione Molise un elenco di “consigli”: «Rinnovare il concorso per tredici medici di Medicina e Chirurgia di accettazione e di urgenza a tempo indeterminato; bandire il concorso per Anestesisti specificando che le assunzioni sono per le sedi di Isernia-Agnone, Campobasso, Termoli; bandire un avviso pubblico per la sostituzione del Direttore Uoc di Medicina di Agnone, fino all’espletamento del concorso; bandire il concorso per i chirurghi a tempo indeterminato cessati dal servizio e provvisoriamente l’avviso pubblico per due chirurgi a tempo determinato per il day surgery del “Caracciolo” di Agnone ed eventuale supporto al Pronto Soccorso; bandire immediatamente il concorso per l’assunzione di tre nefrologi a tempo indeterminato, con assegnazioni ad Isernia/Agnone e Campobasso; espletare al più presto il concorso di Medicina Interna a tempo indeterminato per due posti per la Medicina di Agnone e valutare la possibilità di assumerne immediatamente cinque per Agnone ed Isernia, e valutare di assumere anche gli ultimi due che hanno fatto domanda, se idonei, non facendo scappare nessuno». Semplice e chiaro. Ma servono i soldi, sarà l’obiezione ovvia di chi sull’Alto Molise non vuole investire neanche un centesimo. Provenzano, il ministro per il Sud, non l’ultimo dei cretini avvinazzati del bar dello sport, è venuto a parlare, proprio ad Agnone, di rilancio delle infrastrutture e degli investimenti e nuove e importanti dotazioni finanziarie proprio per le zone montane e marginali. Dunque i soldi, volendo, si trovano per pagare lo stipendio a quattro medici che assicurino il diritto alle cure e alla salute anche a chi vive a Castelverrino o a Poggio Sannita.

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