Oggi e domani, dalle 9 alle 16, si vota per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Campobasso.
Degli undici uscenti, hanno riproposto la candidatura il presidente Giuseppe De Rubertis, Nicola De Pascale, Angela Fiore, Giuseppe Forcione, Giacinto Macchiarola, Stefano Maggiani, Valentina Piunno, Maria Anna Rosa, Romeo Trotta, Valeria Zappone.
Ad avanzare la propria candidatura anche gli avvocati Fiorina Piacci, Alessio Giuseppe Verde e Marco Vitale.
Dunque, 13 nomi per undici posti.
In attesa degli esiti delle urne, abbiamo chiesto un punto sugli andamenti della popolazione forense all’avvocato Franco Mancini, che, dopo quattro anni da componente del Collegio sindacale della Cassa Forense, è stato nominato, lo scorso settembre, presidente del medesimo Organo di controllo (del quale fanno parte anche membri designati dal Mef, dal Ministero del Lavoro e dal Ministero della Giustizia).
Cassa Forense ha la funzione di garantire, nel medio periodo, previdenza ed assistenza ai circa 245mila iscritti e gode, quindi, di un osservatorio qualificato sugli scenari demografici e reddituali della categoria.
Avvocato Mancini, prima di tutto, quale importanza rivestono gli Ordini degli Avvocati nel sistema forense?
«I COA ricoprono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’Avvocatura, in quanto, vivendo sul territorio, vantano un privilegio informativo, ovvero detengono i mezzi e la capacità di intercettare le aspettative e le criticità della classe forense e di portarle all’attenzione degli Organismi di rappresentanza nazionali e, per loro tramite, del Legislatore. Inoltre, mai come in questo periodo, segnato da un’inversione dei flussi delle iscrizioni e delle cancellazioni (nel 2021, per la prima volta, si è registrato un saldo negativo di circa l’1,3 per cento, a livello nazionale, con 8600 cancellazioni contro 5.600 nuove iscrizioni), possono e devono individuare i percorsi di crescita, nella formazione, nell’utilizzo delle tecnologie, nella struttura organizzativa degli studi professionali, che consentano di contrastare questo fenomeno e, soprattutto, di favorire un aumento della redditività».
Quali fattori hanno inciso sul decremento del numero degli iscritti?
«Indubbiamente, la pandemia ha esercitato il suo peso negativo, specie nei settori più tradizionali e sulle strutture più fragili, accentuando, peraltro, il divario reddituale tra Nord e Sud (il reddito medio dei legali molisani corrisponde a meno di un terzo di quello dei lombardi ed a circa un terzo di quello dei trentini). Inoltre, l’Ufficio del Processo e le assunzioni a tempo determinato nella P.A., legate anche al Pnrr, hanno attratto molti giovani legali, che, a fronte delle sopraggiunte insidie della libera professione, hanno preferito le tutele del posto fisso.
Un dato preoccupante è fornito dalla popolazione femminile: da un lato, il suo numero è positivamente cresciuto, fino a costituire circa il 48% del totale (mi risulta che, nell’Ordine di Campobasso, la percentuale è ancora più alta); dall’altro, però, la media dei redditi delle donne è pari a meno della metà di quella degli uomini. In prospettiva di lungo periodo, ai fini della sostenibilità del sistema previdenziale, che Cassa Forense deve osservare su scala cinquantennale (secondo la Legge Fornero), ma assicurare almeno su un arco trentennale, questo trend comporterebbe problematicità, dal momento che, se non si intervenisse con efficaci politiche attive in favore del mondo forense femminile, la popolazione attiva dei prossimi decenni genererebbe redditi mediamente più bassi, non idonei a coprire il fabbisogno previdenziale, per di più connotato da un incremento delle pensioni (oltre 30mila al 31.12.2021) e della spesa complessiva per i trattamenti previdenziali, salita a 893 milioni (+2% sul 2020)».
Che cosa possono fare gli Organismi della categoria per arginare questi rischi?
«Cassa Forense possiede un patrimonio di circa 16 miliardi di euro, e l’ultimo avanzo di amministrazione si è attestato su circa 1,3 miliardi di euro. La sua solidità attuale è indiscussa, ma, come insegnano le involuzioni di alcune Casse private professionali, occorre tenere sempre alta la soglia di guardia, poiché, come detto, il panorama delle migrazioni interne al ceto forense, gli eventi esterni sull’andamento degli investimenti mobiliari ed immobiliari, dalla ripresa dell’inflazione al conflitto ucraino, possono mutare gli equilibri.
Il vero obiettivo – ed in questo, ripeto, l’iniziativa degli Ordini, del Consiglio Nazionale Forense e degli altri Organismi di rappresentanza è decisiva – è quello di riaccendere la passione dei giovani verso la pratica dell’Avvocatura, incentivando gli itinerari di ingresso e formazione verso i segmenti che presentano minore saturazione e più elevata remuneratività: penso, ad esempio, alle specializzazioni nella green-economy, nella crisi d’impresa e da sovraindebitamento, nella cyber-sicurezza e nella privacy, nell’e-commerce e nel digitale, nell’infortunistica sul lavoro, nel diritto europeo.
Inoltre, le recenti statistiche insegnano che gli studi legali più strutturati ed interdisciplinari (di recente, sono state introdotte anche le STA – Società tra avvocati) conservano più facilmente margini di competitività, anche se alcune scelte del Legislatore, ad esempio in tema di Irap, si sono mosse in direzione opposta, non facilitando, ma anzi svantaggiando, le formule aggregative.
Si deve pensare per generazioni e comprendere che un contesto in cui aumentano i pensionati (anche in virtù dell’incremento delle aspettative di vita) e diminuiscono i contribuenti attivi non può reggere, sia sotto un profilo finanziario che di etica inter-generazionale».
Quali sono i principali strumenti che Cassa Forense offre ai suoi associati?
«Oltre che nella missione tradizionale di garantire trattamenti pensionistici dignitosi nel lungo periodo, la Fondazione è impegnata nel fornire assistenza ai professionisti in caso di malattie, infortuni, danni subiti a causa di calamità naturali e non (si pensi alla eccezionale funzione svolta nel pieno dell’emergenza sanitaria). Ma grande risalto viene dato anche al sostegno della professione, attraverso bandi per l’acquisto di strumenti informatici, per corsi specialistici di formazione, per l’accesso agevolato al credito, per il co-working. Inoltre, mediante il call-center, la Banca Dati nata da una convenzione con la Cassazione, i periodici di informazione giuridica e previdenziale, il Lab Europa, i convegni, etc., la Cassa contribuisce all’aggiornamento ed alla qualificazione degli iscritti.
Devo registrare, con piacere, che l’Ordine degli Avvocati di Campobasso e, più in generale, i COA del Molise, si sono mostrati fra i più attivi ed illuminati, nell’utilizzare le opportunità concesse per la crescita e la modernizzazione dell’Avvocatura».

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