Controlli a raffica, tre nigeriani espulsi e una 26enne ucraina denunciata. Questo, in sintesi il bilancio delle attività di monitoraggio eseguite negli ultimi giorni a Isernia, nell’ambito dei servizi antiterrorismo programmati dal Ministero dell’Interno.
Verifiche serrate in materia di sicurezza, quelle disposte dal questore Roberto Pellicone. In azione gli agenti della Digos e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, coadiuvati dal personale del Compartimento della Polizia Ferroviaria di Napoli.
I controlli si sono concentrati nell’area della Stazione Ferroviaria e del Terminal Bus, dove sono stati fermati e controllati numerosi cittadini stranieri in transito, al fine di verificarne la regolarità del soggiorno in Italia.
È stato così rintracciato un nigeriano di 29 anni, nei cui confronti è risultata una nota di ricerca dalla banca dati delle forze di polizia. Il giovane è stato perciò accompagnato presso l’Ufficio Immigrazione della Questura che ne ha accertato l’irregolarità del soggiorno sul territorio nazionale. Nei sui confronti è immediatamente scattato il provvedimento di espulsione da parte del prefetto di Isernia Cinzia Guercio e l’ordine a lasciare il territorio nazionale entro sette giorni ai sensi dell’art. 14 c.15 bis del D. L.vo n. 286/98, da parte del questore Pellicone.
Sempre nell’ambito dei controlli antiterrorismo, il personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura ha notificato, inoltre, ad altri due stranieri irregolari, un 27enne e un 22enne, anche loro cittadini nigeriani, il decreto di espulsione da parte del prefetto di Isernia e l’ordine del questore a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni. Nei guai anche una 26enne cittadina ucraina, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per aver soggiornato illegalmente sul territorio nazionale da dicembre 2018 a giugno 2019, quando ha contratto matrimonio con un cittadino italiano.
«Sempre alta – sottolineano infine dalla questura – è l’attenzione anche nei confronti delle comunità straniere, al fine di monitorare e prevenire la costituzione di pericolose cellule, che potrebbero approfittare della relativa tranquillità del nostro territorio, per diffondere e sviluppare ideologie estremistiche».

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