Comitato Referendario e Coordinamento No Tunnel analizzano l’esito del voto di domenica 22 aprile. Ribadiscono la richiesta del Consiglio monotematico sul Referendum e riavviano la raccolta firme per la petizione popolare sulle dimissioni del primo cittadino. «I risultati elettorali dopo le consultazioni regionali impongono qualche riflessione a chi da tempo lotta per fermare il Grande Scempio di Termoli, ed è doveroso condividerle con chi ci segue e ci sostiene ormai da due anni e mezzo. Al di là dei motivi che hanno fatto registrare l’astensione dal voto più massiccia di sempre, appare evidente che il pessimo risultato della coalizione che amministra la città non nasce dal nulla e non arriva inaspettato: lo schiaffo violento (ovviamente già minimizzato nelle dichiarazioni ufficiali, ma reale e innegabile) incassato dai nostri governanti locali è certamente dovuto anche alla gestione arrogante e prepotente del potere che in questi anni abbiamo subito. La tenace e insensata scelta di evitare qualunque condivisione e qualsiasi forma di partecipazione popolare, l’ostinazione con la quale è stato portato avanti il progetto speculativo legato alla realizzazione del tunnel, inviso a buona parte della città, il sovvertimento delle regole di democrazia hanno probabilmente spinto molti cittadini a sconfessare con il voto l’amministrazione, presente direttamente nella competizione elettorale, e con rappresentanti che avrebbero dovuto essere di peso. Questi i fatti: e dunque ora certamente si può affermare senza tema di smentite che il Sindaco e la sua maggioranza non rappresentano più nessuno, ancora più di quanto non lo si potesse sostenere prima, considerata l’altissima astensione verificatasi anche al ballottaggio del 2014: i votanti sono stati questa volta 16.643. Per la coalizione cosiddetta di sinistra hanno votato 3.787 cittadini su una popolazione di circa 33.562 abitanti. I voti per il Pd sono stati poco più di mille. Una prepotente minoranza maggioritaria, dunque, priva di legittimazione a decidere per Termoli. La bocciatura del referendum tenuta nascosta per 82 giorni (episodio che copre di vergogna la Commissione Referendaria, il Segretario Comunale, il Sindaco e la sua maggioranza), e l’ultimo consiglio comunale, con il suo balletto di mani alzate all’unisono nell’assenza di qualunque discussione e confronto, hanno dimostrato ancora una volta la distanza siderale tra un gruppo di potere arroccato nella sua prepotenza e la cittadinanza che rivendica il suo diritto alla partecipazione. Ma la difesa del fortino vacilla, se guardiamo al voto del 22 aprile; e il segnale di sfratto per l’amministrazione è stato lanciato. Perché è innegabile che certe lotte lasciano sempre un segno, e contribuiscono a creare consapevolezze, a costruire aggregazioni e a permettere esperienze di partecipazione che inevitabilmente cambiano il modo di avvicinarsi alla politica come vita della città. Rivendichiamo dunque la nostra opera di sensibilizzazione, informazione e attivismo concreto, che ha sicuramente influito sul voto cittadino. Il Comitato Referendario e il Coordinamento No Tunnel continuano sulla strada dell’impegno e della lotta contro la distruzione della città, e invitano tutti i cittadini a partecipare in massa al prossimo Consiglio monotematico sull’argomento, da noi richiesto nei giorni scorsi, e a seguire le prossime iniziative di lotta, tra le quali è prevista la continuazione della raccolta firme per la petizione che chiede le dimissioni del sindaco».

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