Incendio a Monte Santa Croce: i Carabinieri Forestali della Compagnia di Venafro a un passo dalla chiusura delle indagini. Ci sarebbero, infatti, sarebbero forti indizi di colpevolezza per un cinquantenne, originario dell’alto casertano, che sarebbe di stanza tra Sesto Campano e Venafro. A quanto pare per il momento non sarà arrestato ma denunciato. Potrebbero esserci, però, clamorosi sviluppi se si dovessero provare tutte le responsabilità in base alle leggi attuali.
Come aveva annunciato il sindaco di Venafro da queste colonne, si stavano valutando indizi abbastanza concreti per arrivare al nome del piromane. Come tutti sanno il Codice penale prevede pene specifiche per chi appicca incendi dolosi. L’articolo 423 così recita: «Chiunque cagiona un incendio è punito con la reclusione da tre a sette anni. La disposizione precedente si applica anche nel caso di incendio della cosa propria, se dal fatto deriva pericolo per l’incolumità pubblica». L’articolo 424, invece, prevede che «chiunque, al di fuori dei casi di uso legittimo delle tecniche di controfuoco e di fuoco prescritto, cagiona un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l’incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate se dall’incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree o specie animali o vegetali protette o su animali domestici o di allevamento». E ancora: «Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate della metà se dall’incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all’ambiente». L’uomo rischierebbe, in buona sostanza, fino a 10 anni di reclusione ma, come detto, fonti attendibili riferiscono che l’uomo per il momento sarà denunciato all’autorità giudiziaria e, di certo, dovrà affrontare un processo. Il sindaco di Venafro Alfredo Ricci è costantemente in contatto con i vertici dei Carabinieri forestali e anche oggi ribadisce che è «molto triste e fa tanta rabbia sapere che tutto questo disastro è stato provocato dalla mano dell’uomo, di qualcuno che non saprei definire se non socialmente disagiato, ma soprattutto un delinquente. E i delinquenti devono essere puniti e devono risarcire, per cui confermo che come Comune di Venafro chiederemo di costituirci parte civile nel processo che verrà avviato. Purtroppo, però, sappiamo che nessuna condanna, penale o civile che sia, potrà restituirci, sicuramente non in tempi rapidi, la natura che ci è stata tolta».
La notizia è stata accolta – per così dire – con soddisfazione dai cittadini che ora sperano che si arrivi a una pena degna per l’uomo individuato dalle forze dell’ordine che ha provocato un vero e proprio disastro ambientale su Monte Santa Croce. Naturalmente ora i Carabinieri forestali stanno approfondendo gli indizi raccolti per vedere se il cinquantenne possa essere anche l’autore degli incendi che si sono succeduti negli ultimi tempi, a cavallo tra luglio e agosto, tra i territori di Venafro, Pozzilli e Conca Casale. Indagini comunque molto delicate e per questo i militari dell’Arma vanno avanti con molta cautela. Non resta che attendere gli eventi, per saperne di più.
M.F.

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