Studenti di Venafro e Isernia uniti per una vera e propria battaglia di civiltà: combattere l’inquinamento della piana di Venafro andando dritti al cuore del problema. I giovani studenti, con il corteo di ieri, che ha smosso le coscienze di tutti, sono stati chiari con i rappresentanti delle Istituzioni, da quelli che siedono in Parlamento fino a quelli che siedono nei singoli comuni: «Il nostro entusiasmo lo potete toccare con mano, sarà la nostra forza per scuotere le vostre coscienze e difendere il nostro territorio. Abbiamo riflettuto molto su questa tematica – continuano gli organizzatori della manifestazione -, il problema, tuttavia, non ha delle origini recenti ma è ben radicato nel tempo e nella storia del nostro territorio. Le persone molto spesso non sono al corrente di ciò che sta accadendo e a volte preferiscono non conoscere, poiché non conoscere porta ad evitare dolori e paranoie che nascono all’interno delle nostre coscienze. Noi studenti, oggi qui riuniti tutti per una tematica comune, vorremmo alzare la voce per proteggere, non solo il nostro paese, ma anche il diritto di ogni individuo a vivere in un ambiente pulito e sicuro provando, così, a garantire un futuro sano per noi e per le generazioni a venire. Inoltre vorremmo invitare la popolazione a non abbassare più lo sguardo davanti a queste cose ma ad informarsi e combattere per la difesa di quelli che sono i nostri diritti».
Con queste coordinate gli studenti scesi in piazza hanno voluto chiamare a raccolta tutti, proprio tutti, per sollecitare azioni immediate, condivise con la popolazione, da parte di chi è deputato per legge a tutelare l’ambiente e la salute pubblica. Nei loro interventi hanno ricordato a tutti anche quanto emerso lo scorso mese di giugno a Campobasso durante i lavori del convegno “Science for the planet”. In quella sede, tra l’altro, come ricordarono le Mamme per la salute di Venafro, venne illustrato anche lo studio sulla qualità dell’aria nella piana di Venafro, redatto da Ispra, Arpa Molise ed Arpa Emilia Romagna. «Tale studio – spiegarono allora le Mamme per la Salute -, riporta in premessa che nel periodo 2010-2019 le emissioni di ossido di azoto (NOX) nel territorio sono da attribuirsi: più dei tre quarti al cementificio, un altro 10-15 % all’inceneritore, la restante parte al traffico. Per le emissioni di PM10: il 65 % da attribuirsi al cementificio, il 15% al riscaldamento domestico, l’ 8%. agli incendi boschivi, Il 5% traffico, la restante ad altre fonti. Nel corso dello studio viene invece enfatizzato il contributo delle biomasse, scomparendo del tutto il contributo delle fonti industriali (cementificio e inceneritore), pur riconosciuti come fattori di inquinamento determinanti all’inizio dello stesso. Messa inoltre in evidenza la carenza delle valutazioni meteo climatiche per mancanza di strumentazione. Non affrontato il problema diossina, rinviato ad un secondo momento, problema che invece la nostra associazione considera fondamentale, in quanto un approfondimento sui microinquinanti organici potrebbe richiamare l’attenzione sulle fonti industriali. Riteniamo, inoltre, che maggiore attenzione vada posta anche al particolato secondario e alle fonti che emettono precursori, come gli ossidi di azoto».
Nel corso della mattinata è stato sottolineato dagli studenti anche il forte impegno della Procura di Isernia nel difendere il nostro ambiente e la nostra salute. Il prefetto di Isernia, a più riprese, ha fatto percepire che i cittadini non sono soli in questa battaglia.
Il sindaco di Montaquila, Marciano Ricci, nel ringraziare gli studenti per la bella iniziativa non fine a se stessa, ha messo in evidenza che «tutti insieme per difendere il territorio è quanto andremo a dire venerdì nella riunione con il prefetto di Isernia che vedrà anche la partecipazione dei nostri rappresentanti regionali. Come sindaco sono a disposizione per qualsiasi iniziativa, azione da mettere in campo per combattere l’inquinamento della piana di Venafro e per sollecitare interventi di chi sta sopra di noi e dovrebbe farlo per dovere non solo d’ufficio ma anche per dovere morale nei confronti di tutti i cittadini. Anche nella mia comunità ci sono persone che si ammalano di tumore, quali sono le cause? Le fabbriche che inquinano? Occorre, dunque, dare una risposta a queste domande che arrivano dal basso».
Sulla stessa lunghezza d’onda gli altri sindaci presenti alla manifestazione. «Segnale di unità della comunità quella di oggi grazie a questi ragazzi – ha sottolineato il sindaco di Venafro Alfredo Ricci – e sulla scorta di questa spinta che arriva dai nostri ragazzi dobbiamo affrontare seriamente il problema senza nasconderci dietro il dito che potrei dire potrebbe essere quello dell’inquinamento del traffico, ma qui occorre avere il coraggio di affrontare il problema degli impianti insalubri che sono presenti nella piana di Venafro».
Il fiume di ragazzi che ieri ha inondato le strade di Venafro non si ferma, andrà avanti senza avere paura di questo o quell’ostacolo: a ribadirlo all’unisono, al termine del corteo, tutti gli studenti presenti e provenienti non solo da Venafro e Isernia, ma anche dai centri limitrofi compresi i piccoli centri dell’alto casertano che ruotano intorno alla piana di Venafro. E al termine anche loro, come hanno fatto le Mamme per la Salute, hanno chiesto di applicare misure urgenti vista la gravità della situazione, in particolare: l’assoluta, immediata moratoria all’insediamento nella Valle del Volturno di qualsiasi nuova fonte di emissione e immissione di inquinante; l’incrocio dei dati disponibili, come i vari Piani di monitoraggio, redatti a partire dal 2010; l’individuazione delle principali sorgenti di emissioni. Necessaria l’adozione di un piano di miglioramento della qualità dell’aria che imponga, nell’immediato, la drastica riduzione delle emissioni delle sorgenti già identificate, il potenziamento dei sistemi di controllo e rilevamento della qualità dell’aria, una seria indagine sulla presenza di diossine nel territorio.
Dopo la grave situazione emersa nel 2012, nessuno studio in merito è stato più realizzato. In 12 anni non è stata più verificata la presenza di diossina in idonee matrici. Infine, l’attivazione effettiva e permanente del Registro Tumori e la dotazione di impianti per il rilevamento meteo climatico. I ragazzi che ieri hanno attraversato Venafro vogliono misurare l’impegno reale delle Istituzioni su queste specifiche istanze che da tempo vengono inevase senza soluzione di continuità. Anche per dare risposte alle domande poste da una bambina che, in un accorato intervento, ha parlato di «mani sporche di sangue per non aver mai fatto niente e per non aver mai mantenuto le promesse fatte» rivolgendosi a tutti i politici presenti.
È giunta l’ora, dunque, di ascoltare i giovani sul tema della salvaguardia del Creato. Ma occorre ancor di più spingere affinché si arrivi a voltare pagina una volta per tutte, dando risposte attraverso atti concreti. Il popolo venafrano è dalla parte dei giovani studenti. In un clima nuovo che veda coinvolti tutti, proprio tutti.
Marco Fusco

 

Foto dal profilo fb di Giustino Guarini 

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