È davvero grande l’abbraccio con il quale Venafro (e non solo) ha stretto a sé tutti i “nonnini” positivi al Covid ricoverati presso il Ss Rosario. Una solidarietà immensa. Che ha spento qualsiasi tipo di polemica iniziale, dovuta soprattutto alla “paura” e alla mancanza di comunicazioni all’atto del trasferimento in notturna dei 18 anziani provenienti dalla casa di cura di Agnone e dalla casa alloggio di Cercemaggiore (ricoverati all’ospedale di Larino).
Le offerte, destinate anche al personale che si sta occupando dei degenti, sono state così tante che alcuni volontari, semplici cittadini, hanno dovuto fare un appello a fermarsi per un pò poiché ci sono letteralmente troppi beni di conforto.
«Nonnini nostri nuovi concittadini». Non bastasse ciò, il sindaco di Venafro in prima persona, ed in contatto con la commissaria di Agnone e con l’omologo di Cercemaggiore, ha organizzato degli specifici viaggi per consentire ai parenti di spedire gli effetti personali ai propri congiunti ricoverati. Alfredo Ricci ha infatti contattato la Croce Rossa che, prontamente, si è messa a disposizione. Insomma, grande l’affetto e l’attenzione verso quelli che il sindaco di Venafro ha definito «nostri nuovi concittadini».
Anche ieri, quindi, c’è stato il via vai al Ss Rosario per consegnare cibo ma non solo. Tra le altre, dalla “Evoluzyone” di Isernia è arrivato persino un tablet con tanto di scheda telefonica per consentire, per chi ne fosse sprovvisto, il contatto tra degenti e familiari. Chiaramente, in prima linea c’è l’Asrem con tutti i presidi necessari, dopo le iniziali criticità e l’ispezione dei vertici e del Nas dei Carabinieri, la situazione è nettamente migliorata anche sotto questo punto di vista. «Al di là dell’aspetto sanitario c’è tanta, tanta solidarietà da parte dei venafrani, delle attività commerciali, di tutti che si propongono di offrire e donare: chiaramente passiamo sempre per i canali sanitari. Tutto ciò è molto bello – ha commentato Ricci -. Siamo in un momento in cui le persone non si possono spostare, negli ospedali non si può entrare, per cui negli ultimi giorni, a seguito di contatti da parte dei familiari dei pazienti, dalla commissaria e da alcuni ex amministratrori di Agnone nonché dal sindaco di Cercemaggiore è emersa la necessità di recapitare effetti personali. Così ho pensato di contattare la Croce rossa con la quale stiamo organizzando nei dettagli il trasporto. Ringrazio di cuore la Croce Rossa molisana per ciò che sta facendo».
Dopo alcune polemiche ed incomprensioni, dunque, «a Venafro ho visto una bella solidarietà. La città ha accolto i pazienti come propri anziani di famiglia, adesso dobbiamo tutelarli, assisterli e proteggerli. Questa è una rassicurazione per i parenti: Venafro si prenderà cura di loro, ovviamente sempre attraverso i canali Asrem».
Insomma, «qualsiasi tipo di problema cercheremo, per quanto possibile, di risolverlo. E lo faremo con la massima umanità. I pazienti sono ricoverati in una Rsa pubblica, quella per cui abbiamo lavorato tanto con il comitato e che abbiamo inaugurato lo scorso luglio insieme a Toma, Sosto e Gallo; la stessa Rsa che dopo tante battaglie sono riuscito, a gennaio, insieme al presidente a far autorizzare. A causa dell’emergenza non siamo riusciti a farla aprire come Rsa ma comunque è partita, adesso come Covid, ed è finalmente aperta. Questa è la scommessa da cui dovremo partire per il futuro», ha quindi preannunciato il sindaco Alfredo Ricci alle prese ieri con la stesura dell’ordinanza anti pasquetta e “cummit”.
Donazioni e forniture pure dall’impresa di pulizie. Intanto, dall’impresa di pulizie i dipendenti rimarcano come i pazienti del reparto Covid siano «diventati realmente i nostri nonnini. Loro sono contenti della struttura, ci ringraziano ogni giorno per le cure che gli stiamo dando. Quando sono arrivati alcuni non avevano nulla, noi abbiamo provveduto con una piccola raccolta a comprargli il necessario». Adesso, come detto, per fortuna stanno decisamente in condizioni più confortevoli, al punto che alcuni volontari hanno deciso di “interrompere” la raccolta. Che, comunque, prosegue per chi volesse attraverso la Protezione civile che provvederà magari a scaglionare gli aiuti.
Pasqua con la colomba Avis. Per Pasqua, inoltre, tra i vari generi di conforto, ai “nonnini” (ed al personale del reparto) arriverà pure la colomba della locale sezione dell’Avis: «Ai carissimi nonni e nonne e agli operatori della Rsa Covid dell’ospedale di Venafro, in questo momento difficile vi giungano i nostri migliori auguri di una santa Pasqua. Madre Teresa di Calcutta diceva che abbiamo il potere di essere in Paradiso già da ora, di essere felici come Lui in questoi momento, se amiamo come Lui ci ama, se aiutiamo come Lui ci aiuta, se doniamo come Egli dona, se serviamo come Egli serve. Che questa Pasqua possa farci scoprire l’amore per il servizio, la gioia dell’aiuto e la forza della speranza».
Due anziani peggiorano, trasferiti a Campobasso. Tra tante belle notizie, purtroppo, una è drammatica: nel pomeriggio di ieri due anziane hanno manifestato sintomi più importanti e per loro si è reso necessario il trasferimento a Campobasso. In serata una delle due, purtroppo, è morta. Aveva 96 anni.

 

 

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