Si è aperto nella mattinata di ieri in Corte d’Assise a Campobasso il processo nei confronti di una famiglia rom di Santa Croce di Magliano – madre di 58 anni e due figli di 28 e 24 anni – accusata di aver comprato una ragazza bulgara per duemila euro, ridotta poi in schiavitù e obbligata a concepire un figlio maschio. I reati contestati sono la tratta di esseri umani e l’induzione alla schiavitù.

La prima udienza è stata dedicata alla costituzione delle parti e al deposito di documentazione. Il processo entrerà nel vivo l’8 giugno. Gli imputati furono arrestati il 14 giugno dello scorso anno. La vittima, che oggi ha 29 anni, era stata attratta in Italia con il miraggio di un posto di lavoro; l’uomo che la fece espatriare, diventato il suo padrone, decise di venderla alla famiglia rom. La ragazza sarebbe stata costretta a subire violenze, tenuta in una condizione di schiavitù e minacciata di continuo con la promessa di tornare libera solo dopo aver reso uno dei due figli padre di un figlio maschio.

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