Lo Stato deve investire di più sulla famiglia, stanziando più soldi e recuperando i tagli ai fondi del Welfare. La Regione deve riorganizzare il sistema di stato sociale e realizzare buone pratiche per creare nuovi posti di lavoro.
Queste le richieste della Uil Molise in occasione, ieri, della Giornata internazionale della famiglia.
«Anche nel nostro Molise, così come in molti altri contesti nazionali ed europei, la perdurante crisi economica ha ridotto in modo significativo i redditi, ha allargato l’area della povertà ed ha scaricato sulla famiglia, troppo spesso lasciata sola, tutto il peso dell’assistenza e della cura, dell’educazione, della solidarietà. Senza la famiglia alle spalle – sottolinea la segretaria regionale Tecla Boccardo – i lavoratori che hanno perso il posto ed a cui stanno per scadere gli ammortizzatori sociali o i giovani che tentano la fortuna emigrando sarebbero ancora più disperati. E molto spesso sono le famiglie di provenienza e gli anziani a sostenere i parenti economicamente e moralmente».
Le Confederazioni sindacali nazionali hanno già avanzato alcune proposte concrete sui singoli temi: l’introduzione di un assegno universale per sostenere i carichi familiari che sia più generoso ed equo del sistema attuale, da accostare per le famiglie più disagiate al reddito di inclusione; la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali ad iniziare dal sistema dei servizi rivolti all’infanzia, alla non autosufficienza e alla disabilità; l’incremento della copertura retributiva del congedo parentale, il prolungamento del congedo di paternità e permessi retribuiti per figli fino ai 16 anni.
In attesa di capire cosa faranno governo centrale e Parlamento, Boccardo parte dalla Regione, cui sollecita «subito un confronto attorno alla difficile situazione in cui vivono le famiglie molisane, entro un mese l’approvazione della legge regionale per la non autosufficienza, al più presto la ritrascrizione della sanità per realizzare servizi alla persona sul territorio, l’immediata messa in campo di interventi per l’edilizia scolastica, gli asili nido, la protezione dell’infanzia, un aiuto economico alle famiglie indigenti. E, ancora una volta: lavoro, lavoro, lavoro. Come motore di sviluppo economico ma anche come leva efficace per la riconquista della dignità da parte di ognuno nel proprio contesto familiare. Anche nelle pieghe del bilancio regionale – conclude – devono essere trovate le risorse affinché la Giornata internazionale della famiglia non sia una vuota celebrazione ma l’inizio del riscatto per la nostra regione».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.