Dalla Terra Santa, mons. Giancarlo Bregantini ha inviato un messaggio di speranza alla comunità. L’arcivescovo di Campobasso-Bojano, insieme ad altri 53 pellegrini, è in visita a Nazareth, in un luogo dove “forti sono le contraddizioni e i conflitti”.

“Con gioia comunichiamo che il pellegrinaggio diocesano di Campobasso-Bojano sta procedendo molto bene. Il viaggio è tranquillo. Il tempo piovigginoso, ma siamo contenti di questo, perché in Palestina la pioggia è sempre gradita e feconda. Segno che ogni evento nella nostra vita va sempre valutato con gli occhi di chi vive in un determinato posto, non con gli occhi prevenuti di chi sta lontano o vede le cose dal di fuori. La visita è iniziata con la preghiera e la messa nella solenne Basilica di Nazareth, per poter anche noi nella nostra vita ripetere spesso il ‘‘si’ di Maria. Quel ‘‘si’ che vince il ‘‘no’ di Eva, che supera ogni paura, che sa essere e farci servi del Signore, per poi poter servire i nostri fratelli e sorelle, sulle strade della vita”.

“Ci accompagna come guida un giovane papà arabo, cristiano tutto di un pezzo, capace di testimoniare con semplicità le sua fede in Cristo, da trasmettere poi ai suoi figli, che egli con costi elevati ma con grande convinzione manda alla scuola cattolica, perché crescano con i valori evangelici in pienezza”.

“I nostri pellegrini hanno poi rinnovato il loro ‘‘si’ come sposi nella bella chiesetta di Cana, dove Cristo Gesù ha trasformato l’acqua in vino, cioè una vita di fatica e di privazioni in speranza, una realtà di crisi in risorsa, la tristezza in gioia, la povertà in valore. Meraviglioso il tramonto vissuto in Cafarnao, nell’ascolto del discorso di Gesù, sul pane di vita, che scende dal cielo, come un dono che si fa pienezza solo se accolto con gratuità e condivisione. Il pane si fa gioia se è condiviso, se è compartecipato. Allora sa di cielo!”

“Il pellegrinaggio continuerà secondo le due tappe consuete, Gerusalemme e Betlemme, dove vedremo i tanti ricordi di fede, ma anche la vergogna del muro che divide i due stati, Israele e la Palestina, segno di uno stato che, come afferma il vescovo di Nazareth mons. Giacinto Marcuzzo, che ci ha accolti con gioia, rischia di rinchiudersi sempre più dentro le sue mura, per progressiva paura verso tutti”.

“Ma una tappa molto attesa sarà quella del Monte Sinai, dove saliremo gradino dopo gradino, per i circa 4000 gradini che ci porteranno a godere di uno dei panorami più belli del mondo, specie al mattino presto, quando sorgerà il sole. Così ogni luogo in questo paese di grazia ha un suo preciso messaggio, che ci prepara alla Pasqua. Solo nella condivisione sta la vera gioia. Perché donare supera il ricevere, come ci ricorda Gesù. Seguiamo con simpatia le notizie che ci vengono dalla cara Italia e a tutti voi chiediamo un reciproco ricordo nella preghiera, certi della nostra in ogni luogo dove incontriamo le orme di Gesù e dei suoi apostoli”.

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