In questi ultimi tempi ampio spazio viene dato sui giornali agli episodi che vedono coinvolti gli immigrati. In provincia di Isernia il dibattito è incentrato sulla politica dell’accoglienza e sui flussi migratori che il popolo sta subendo in silenzio. Sappiamo bene che gestire il flusso migratorio è un compito molto arduo ma la preoccupazione maggiore per i cittadini è legata al numero sproporzionato di migranti in una provincia che conta appena 90mila abitanti. Per evitare che in un breve futuro si crei una situazione al limite del paradosso sarebbe opportuno che la classe politica si soffermi sul numero dei migranti effettivi e di quelli che stanno per arrivare. La popolazione è disorientata e divisa. Da un lato c’è chi ritiene che accogliere i migranti produca ricchezza; dall’altro molti provano ansia e paura e rifiutano qualsiasi dialogo. “E’ mai possibile che davanti a ogni supermercato, a ogni attività commerciale molto frequentata, ci si trovi di fronte un migrante che ti accoglie con un fragoroso «ciao capo»?. Se ci fossero stati dei poveri cristi italiani subito sarebbero stati presi provvedimenti”. Questo l’amaro commento di Gaetano che con alcuni amici discuteva ieri mattina davanti la cattedrale di questo aspetto. Mai come questa volta è facile prendere il polso della città e dei suoi umori più cupi. “Mi domando perché la Chiesa non metta a disposizione le sue strutture. Sarebbe un modo per essere vicini a tanti derelitti. C’è quel fabbricato all’eremo di San Cosmo che potrebbe ospitare centinaia di migranti. Lancio questo appello al vescovo e alle autorità religiose e politiche affinché prendano in seria considerazione questa mia proposta e se ci sono degli ostacoli per la riaperura dello stabile si proceda a eliminarli al più presto”. Roberto, 68 anni, non è uno che fa slalom fra i problemi. Gli fa eco Donato che senza mezzi termini afferma: “Fino a poco tempo fa non mi preoccupavo se le mie figlie adolescenti rientravano tardi a casa. Abitando nei pressi di un centro di accoglienza un po’ di preoccupazione c’è anche se ritengo che i giovani migranti che stanno a Isernia siano delle brave persone. Ma niente e nessuno sta fermando il lento scivolamento di una comunità nell’imbuto della insicurezza, della paura, dell’estraneità”. C’è anche chi è dalla parte dei migranti. Per tutti Luigi, un pensionato 82enne: “Quando vedo questi ragazzi mi viene tanta tenerezza. Sono partiti da terre lontane per sfuggire alle guerre e alla miseria. Hanno incontrato tanti ostacoli e pericoli. Se siamo un popolo civile dobbiamo accoglierli nel migliore dei modi. Ricordo già il triste bombardamento della nostra città ad opera degli americani. Tutti ci rimboccammo le maniche trovando aiuti anche dai nostri emigrati a Philadelphia. Questo deve essere lo spirito”. Isernia negli ultimi tempi è diventato un paese multietnico. Un buon 15% della popolazione risulta immigrata, con rumeni, polacchi, albanesi, ucraini, etc. Ma da un po’ di tempo i grandi numeri arrivano dall’Africa e con essi anche lo spaccio di droghe e piccolo crimini. Per fortuna si tratta di casi isolati ben controllati dalle forze dell’ordine che presidiano 24 ore su 24 il territorio e alcuni punti ritenuti focolai di delinquenti tra cui la stazione ferroviaria e il monumento ai caduti dove è facile incontrare balordi in cerca di avventure non tanto chiare. Il fenomeno è monitorato costantemente dalle forze dell’ordine che spesso sono costrette a intervenire per sedare qualche rissa e per tranquillizzare coloro che devono prendere il treno. In Questura, nei comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza sono sempre pronti a intervenire per arginare il fenomeno della criminalità legata ad alcuni migranti. “Qualcuno si è permesso di tirar fuori dal suo cilindro l’emigrazione di tanti italiani, tra cui molti molisani, nelle Americhe nel secolo scorso. Erano altri tempi – sostiene Giorgio – lì c’era bisogno di gente che lavorava dalla mattina alla sera pur di tirare avanti la famiglia e mandare qualche risparmio in Italia. Ritengo offensivo questo paragone. Uomini e donne emigrati nelle Americhe erano eccezionali. Ritengo che sia ora di smetterla di offendere la loro memoria da parte di chi non sa neppure cosa vuol dire conquistarsi qualcosa come loro hanno fatto. Non voglio prendermela con tanti disperati che fuggono dalle guerre, dalla fame, dalla miseria ma se veramente vogliamo aiutarli dobbiamo farlo fermandoli e aiutandoli in Libia. Poi ben vengano da noi i veri profughi che accoglieremo a braccia aperte. E’ ora di finirla con il buonismo a tutti i costi. Basta calarsi nella realtà quotidiana per rendersi colmo che la misura è colma. Perché non proviamo a rigirare la frittata e dare 40 euro al giorno a tante famiglie italiane in forti difficoltà economiche? Ai nostri poveri chi ci pensa”?
Isernia si sta trovando impreparata davanti ai numeri di un’immigrazione che è esplosa e che sta presentando un pesante conto a questa storica cittadina. Nei prossimi giorni il giudizio di altri cittadini. Comunque sia la città è divisa tra favorevoli e contrari.

Un Commento

  1. Donato Paolone scrive:

    Si sta scadendo nella gestione raffazzonata del fenomeno ed in una visione buonista, totalmente slegata dalla realtà. Questo aggiungerà problemi a problemi.

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