Un bilancio di mandato che è di prospettiva e rilancio. La parola d’ordine della Confcommercio nel 2018 sarà ‘valore’. «Tocca a noi riempirla di contenuti», sintetizza la direttrice Irene Tartaglia.
All’assemblea che proietta Paolo Spina alla conferma della guida dell’associazione, il vice presidente nazionale Alessandro Ambrosi in rappresentanza di Carlo Sangalli. E tantissimi soci.
Le operazioni di voto dalla tarda mattinata fino a sera per eleggere la squadra che coordinerà l’associazione nei prossimi cinque anni. Dalla discussione, dai ragionamenti fra gli iscritti e dalle urne viene fuori un messaggio di fiducia rinnovata a chi lo ha fatto nel mandato appena trascorso e di promozione, dunque, per l’operato e l’imprinting che Paolo Spina ha dato alla Confcommercio. A partire dalla scommessa di unificare le strutture provinciali di Campobasso e Isernia.
I numeri e le iniziative parlano da soli. Dall’assistenza tecnica, portata avanti con professionalità anche sul territorio, raggiungendo cioè i soci anche nelle loro sedi di lavoro, alla formazione – quella più tradizionale e di settore e quella innovativa che in questi anni la Confcommercio ha sperimentato per esempio con il corso di 726 ore che ha coinvolto 122 dipendenti di aziende di trasporto – e ancora le iniziative sociali.
Nella relazione di Spina, dunque, un consuntivo che guarda avanti. Nel 2015 la conferenza organizzativa “Noi insieme per il Molise”: lì è nata la nuova Confcommercio regionale. In due anni un processo di unificazione che ha avuto come obiettivo di «favorire il rafforzamento di servizi e di rappresentanza in territori che rappresentano diverse difficoltà in termini di infrastrutture, bassa demografia delle imprese, mancanza di identità territoriale e polverizzazione del tessuto imprenditoriale». Tre le strade percorse in questi due anni. Intanto, quella di «creare un nuovo modello di riferimento associativo per ridisegnare il nostro ruolo attraverso il progetto “cultura d’impresa”. Siamo andati a individuare – spiega Spina – i nuovi reali bisogni delle aziende in un momento di grande cambiamento dei modelli organizzativi, economici e sociali».
L’altra strada è stata quella dell’efficientamento, l’unificazione infatti ha portato a «una struttura regionale più agile e più snella, con conseguente alleggerimento dei costi fissi». Sono stati dismessi immobili, si è ridotta la spesa per i fitti, è stato creato un unico centro di assistenza. Gli associati sono stati ascoltati e valorizzati: per esempio è nata Federtartufi, imprese iscritte a Confcommercio che fanno 20-25 milioni di fatturato all’anno; è stato costituito il comitato “Igp Pampanella del Molise”.
Il risultato di questa linea di tendenza è che Confcommercio, da quando è regionale, è maggioranza relativa nel consiglio della Camera di Commercio – anch’essa unica – del Molise con 8 componenti su 25. E Spina è stato confermato presidente dell’ente camerale. Il riscontro lo si è avuto anche nel rapporto con le istituzioni, che vedono l’associazione come interlocutore.
Il corollario e terza strada percorsa è che l’unificazione «ha rafforzato enormemente la percezione del brand sul territorio», Confcommercio assolve anche un ruolo sociale. Fiore all’occhiello la campagna “Non ti amo da morire”, che porta il logo della Confcommercio e la identifica. Importante, poi, l’apporto dei professionisti (commercialisti, consulenti del lavoro) che con l’associazione collaborano.
Fin qui i risultati raggiunti. Tanti gli obiettivi che Spina ha davanti e li mette sul tavolo. Tenendo fermo il valore della rappresentanza, puntare molto sulla rappresentatività: dar voce cioè a nuove categorie imprenditoriali, continuare a sviluppare servizi innovativi, potenziare il brand.
Potrebbe essere un buon canovaccio anche per le istituzioni e la politica in vista del ritorno alle urne. A margine dell’assemblea Spina sintetizza con la stampa le richieste alla Regione, per il turismo per esempio un portale online unico che metta in rete le bellezze del Molise e la loro fruibilità, così come ai prossimi candidati a governatore evidenzia la necessità di dare maggiore attenzione alle piccole e medie imprese.
La sua relazione, invece, la conclude con una frase, un concetto, a cui ha lavorato la direttrice Tartaglia: «Occorre avere la sana ambizione di contribuire alla crescita culturale di questa terra, che potrà anche non esistere come Regione, ma esisterà sempre con le sue peculiarità, la sua tradizione, le sue bellezze e grazie alla nostra caparbietà».
Proprio Irene Tartaglia conclude gli interventi prima di insediare il seggio. Ringrazia la struttura, i soci, i professionisti, il Consiglio per averla scelta come direttore e Paolo Spina che, conoscendola nel 2010 da semplice tirocinante, ha individuato in lei una figura da valorizzare. Una fiducia che ricambierà, conclude, impegnandosi «in quello che mi riesce meglio: fare».

r.i.

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