Al Molise va il primato dei rifiuti trattati in inceneritore. Un primato che si spiega con il fatto che in regione vengono bruciati anche quelli che arrivano da fuori, soprattutto dal Lazio.
Lo attesta il rapporto Osservasalute 2017 pubblicato nei giorni scorsi al capitolo ‘Ambiente’.
La capacità media nazionale di incenerimento ha raggiunto il 18,9% del totale dei rifiuti solidi urbani, ancora al di sotto della media dei Paesi europei (27,0%), ed ha superato i 5,5 milioni di tonnellate di rifiuto trattato. Nel 2015, rispetto all’anno precedente, si registra un incremento di quantitativo assoluto di rifiuti inceneriti (quasi 280mila tonnellate) e, per quanto riguarda il rapporto con i rifiuti prodotti, un incremento di un punto percentuale (passando dal 17,9% del 2014 al 18,9% del 2015).
Il panorama italiano è estremamente differenziato, evidenziano i ricercatori che hanno elaborato il dossier dell’Università Cattolica: soprattutto al Nord, si rilevano elevati tassi di incenerimento in Lombardia (45,2%), nella Provincia autonoma di Bolzano (42,8%) e in Emilia-Romagna (32,7%); mentre valori più contenuti si riscontrano in Campania (27,8%), Piemonte (22,9%), Friuli Venezia Giulia (22,1%) e Sardegna (20,7%).
Il Molise ha il più elevato tasso di incenerimento sui rifiuti solidi urbani prodotti (55,8%), da attribuirsi quasi totalmente alle quote di rifiuti urbani di provenienza extra-regionale (soprattutto dal Lazio).
Per quanto riguarda lo smaltimento in discarica, nel 2015 i rifiuti solidi urbani trattati in questo modo ammontano a 7.818.796 tonnellate (una riduzione di circa il 16% rispetto all’anno precedente). Anche le discariche si sono progressivamente ridotte: erano 303 nel 2006, mentre nel 2015 erano 149 e quelle che trattano esclusivamente rifiuti solidi urbani sono 133.
Peraltro, analizzando un più ampio arco temporale, dal 2001-2015, si osserva come, nonostante la percentuale dei rifiuti trattati in discarica sia passata dal 66,7% al 26,5%, lo smaltimento in discarica si conferma ancora la forma di gestione più diffusa.
La Provincia di Bolzano, la Campania, la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia (rispettivamente, 2,5%, 4,9%, 5,3% e 8,5%), sono le regioni che smaltiscono in discarica la percentuale inferiore di rifiuti urbani rispetto al totale di quelli prodotti.
In alcune regioni consistenti i quantitativi di rifiuti solidi urbani prodotti localmente vengono smaltiti altrove; è il caso del Lazio, dove circa 210mila tonnellate vengono smaltite in discariche della Toscana, Marche e Puglia o della Calabria, dove circa il 40% viene avviato a trattamento extra-regione. Analoga prassi si rileva anche per la Campania.
Le regioni che, invece, smaltiscono in discarica le maggiori quantità di rifiuti solidi urbani sono la Sicilia, con poco meno di 2 milioni di tonnellate, corrispondenti all’82,8% del totale dei rifiuti prodotti nella stessa regione, la Calabria (59,8%) e le Marche (58,1%). Percentuali elevate si registrano anche in Valle d’Aosta (55,9%), Umbria (52,6%), Puglia (51,9%) e, soprattutto, in Molise (104,0%), regione in cui in realtà vengono smaltite consistenti quote di rifiuti extraregionali (provenienti prevalentemente dall’Abruzzo); se non si considerasse tale quota la percentuale di smaltimento si ridurrebbe a circa il 38% del totale dei rifiuti prodotti.

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