L’ultima data per i colloqui della procedura di mobilità è fissata al 14 maggio. Quella per le prove pratica e orale delle stabilizzazioni un mese dopo, il 12 giugno. Immediata la sensazione che l’Asrem stia correndo contro il tempo per immettere in servizio 240 infermieri, la cui assunzione a tempo indeterminato è prevista da un piano assunzionale ormai scaduto.
L’iter, infatti, è stato avviato nel 2017, quando i ministeri della Salute e dell’Economia autorizzarono la sanità molisana ad assumere dopo dieci anni di blocco del turnover. È rimasto però fermo fino a giugno 2018, in attesa del responso della magistratura amministrativa sui ricorsi e controricorsi dei precari che hanno lavorato nelle corsie degli ospedali in questi anni contro gli infermieri che hanno vinto concorsi altrove e ora puntano a rientrare. Alla fine, il Tar e poi il Consiglio di Stato hanno stabilito che la scelta dell’azienda sanitaria diretta da Gennaro Sosto – coprire cioè il 50% dei posti disponibili con la mobilità extraregionale e l’altro 50% con la stabilizzazione – è corretta.
Paradossalmente, il tempo che si è perso tocca recuperarlo adesso che si rischia concretamente un nuovo blocco del turnover. La conclusione del tavolo tecnico dell’11 aprile, con un disavanzo di almeno 15 milioni, porta automaticamente allo stop delle assunzioni e all’aumento delle tasse.
Certo, non è il verbale del Tavolo Adduce a mettere in atto le due conseguenze previste dalla legge. E il verbale ancora non è stato notificato alla Regione. Successivamente, ci sarà bisogno di ulteriori atti dei Ministeri. Allontanare lo spauracchio – in realtà per ora vicinissimo – del blocco delle assunzioni è un tema più politico che aziendale.
Nella stessa situazione del Molise, la Calabria. Il tavolo tecnico in questo caso si è riunito il 4 aprile certificando un deficit di 160 milioni. Sulle assunzioni si è spaccata poi la struttura commissariale: il sub Schael ha dato via libera ai dg delle Asl per assumere il più possibile prima possibile. Prima della formalizzazione del blocco. Nel frattempo, è intervenuto il decreto che ha commissariato ulteriormente la sanità della regione. Ma, riporta La Gazzetta del Sud, c’è anche la conclamata volontà del commissario Cotticelli di «chiedere delle deroghe» alle misure restrittive conseguenti allo sforamento del disavanzo sanitario vista la «drammaticità della situazione».
Dal punto di vista dell’organico, la situazione del Molise non è meno drammatica. Conclusa la verifica sulle contestazioni dei Ministeri, i commissari Giustini e Grossi e il governatore Toma – con cui il ministro Grillo non ha il pessimo rapporto che ha invece con Oliverio – potrebbero percorrere la stessa strada. Con un effetto massa critica da non sottovalutare (il governo Conte ha confermato anche col decreto Calabria di dare molto credito ai commissari spediti nelle Regioni a far quadrare i conti della sanità).
Dei 280 posti da infermiere che attendono di essere ‘coperti’, 140 andranno a personale nuovo, fresco (coloro che arrivano da fuori regione). Erano oltre 400 gli aspiranti che hanno passato la selezione. Ai colloqui però si presenta in media il 50% dei convocati. Per questo, il direttore sanitario dell’Asrem Antonio Lucchetti – che presiede le due commissioni esaminatrici – ha deciso di concentrare in poche altre sedute i candidati. A metà maggio, la direzione generale avrà a disposizione i risultati per procedere ai provvedimenti di immissione in ruolo dei vincitori.
Il 22 maggio cominceranno le prove pratica e orale per le stabilizzazioni (in questo caso gli aspiranti sono poco meno di 250 per 140 posti). In 20 giorni l’azienda conta di chiudere anche questa partita. «Abbiamo concentrato il lavoro per arrivare alle graduatorie prima possibile», conferma Lucchetti. Quel che avverrà in termini di blocco del turnover al momento nessuno sa dirlo con precisione. Ma l’intento è anche scongiurare brutte sorprese. «Noi facciamo tutto quello che è possibile per essere efficienti. Ci mettiamo tutto l’impegno, il nostro massimo impegno», dice senza spingersi oltre Lucchetti.
Al di là dello spettro del blocco, l’accelerazione dell’iter è una buona notizia in sé. Anche dal punto di vista dei sindacati. Carmine Vasile, segretario Fials, ricorda come si stiano rispettando i termini che organizzazioni e Asrem si erano dati con uno step di verifica al 30 maggio. «Il rispetto della conclusione delle procedure concorsuali entro i termini previsti lascia ben sperare per applicare correttamente il piano assunzionale concordato fra le parti a dicembre 2018. Un plauso va alla dirigenza Asrem e al commissario straordinario della sanità che con il decreto 15 ha recepito l’accordo sancito con i sindacati del comparto», commenta Vasile che preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno.
Se per i concorsi avviati e in dirittura d’arrivo si può concretamente sperare di aggirare il nuovo blocco del turnover – anzi l’augurio per quanto possa politicamente scorretto è di riuscire a ‘fregare’ sul tempo i tecnici del Mef – chiudendo la pratica prima che da Roma arrivi lo stop, il piano assunzionale approvato pochi mesi fa sarà sicuramente da rifare. A meno che commissari e governatore non riescano nell’impresa di convincere Tria, Grillo e Conte. A quel punto non ci sarà bisogno di ‘fregare’ nessuno. ritai

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